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Sassari, il Tar annulla l’appalto per gli asili comunali

Sassari, il Tar annulla l’appalto per gli asili comunali

I soldi stanziati «non coprono il costo del lavoro». Cantano vittoria i sindacati e l’opposizione

14 febbraio 2016
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SASSARI. Il Tar ha “cassato” il contestato appalto per la gestione dei dieci asili comunali da 2,8 milioni di euro varato lo scorso giugno dall’amministrazione di Nicola Sanna. E l’ha condannata a pagare le spese (3mila euro), dando così ragione ai sindacati e ai 130 lavoratori coinvolti che avevano denunciato a più riprese il costo “incongruo” del’appalto. Ma, per evitare danni ai bambini e alle famiglie che si troverebbe improvvisamente privati di un sostegno educativo indispensabile, i giudici del tribunale amministrativo regionale “salvano” il servizio consentendo la sua prosecuzione fino a giugno prossimo, scadenza naturale dell’appalto annullato.

La sentenza è stata pubblicata ieri e porta la firma del collegio, il presidente Caro Lucrezio Monticelli, e i consiglieri Marco Lensi (estensore) e Gianluca Rovelli. Tutto è nato dal ricorso presentato dalle due cooperative che avevano precedentemente svolto il servizio, ma che alla gara di appalto bandita lo scorso anno e vinta da altre tre coop (Omnia. Altri Colori e l’Oltrans Service e La Coccinella in associazione) non si erano nemmeno presentate. «Troppo alto il costo del lavoro, nella somma stanziata dal Comune non ci rientriamo, saremmo in perdita», era stato in sintesi il ragionamento della Coopas e della San Camillo De Lellis. Che su questo punto hanno visto le loro ragioni, esposte numeri e tabelle alla mano dagli avvocati Antonio Maria Lei e Franco Benelli, pienamente accolte. Scrive infatti il Tar nel dispositivo che «sono fondate le censure di violazione delle norme degli appalti e dei principi sanciti dalla stesse norme secondo cui deve essere garantita la qualità delle prestazioni e il rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza e deve esser altresì assicurato che il valore economico sia adeguato e sufficiente rispetto al costo del lavoro e al costo relativo della sicurezza». Il tribunale amministrativo dà poi un’ulteriore mazzata al Comune affermando che non “tengono” le giustificazioni presentate al taglio dei costi dell’appalto. Per ricordare, già quando l’opposizione con Forza Italia e i grillini – ma anche parte del Pd – protestarono, l’allora assessora Fantato motivò la scelta affermando che in alcuni periodi dell’anno si registrava una minore affluenza di bambini ai nidi. Ma – ricordano i giudici – non solo nell’appalto non è stata previsto un utilizzo alternativo del personale nel caso l’utenza diminuisca, con il rischio di licenziamento per gli addetti, ma il Comune si è dimenticato che «il personale assegnato» agli asili deve essere conteggiato «anche per i periodi dell’anno in cui si verifichi una minore affluenza di bambini». Il Comune, insomma, ha sbagliato i calcoli, pur riferendosi a tabelle ministeriali, facendo figurare un orario teorico di 1976 ore a lavoratore. Perché da queste ore teoriche debbano essere detratte “le ore mediamente non lavorate” (pari a 428) cioè ferie, malattie, festività ed altro) per arrivare a quelle mediamente lavorate e cioè 1548 che sono «il solo dato di cui tenere conto».

Canta vittoria il segretario regionale della Fp Cgil, Paolo Dettori: «Il Tar ha certificato l’insipienza politica del sindaco e della sua prima giunta, cieca e sorda alle rimostranze avanzate da sindacati e consiglieri di maggioranza e opposizione. Ora mi auguro che il nuovo assessore ci dia risposte». E aggiunge Armando Ruzzetto: «Noi l’avevamo detto, se ci avessero dato retta avremmo evitato una causa legale». E Maurilio Murru, capogruppo del M5S in Consiglio. «Avevo presentato un emendamento al bilancio di previsione perchè il servizio di asilo fosse finanziato con ulteriori 300mila euro, ma l’emendamento fu bocciato dalla maggioranza. Che con il sindaco dimostra così di vivere su un altro pianeta». (p.f.)

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