La Nuova Sardegna

Sassari

È ufficiale: 12 milioni per San Sebastiano

di Paoletta Farina
È ufficiale: 12 milioni per San Sebastiano

L’Agenzia del Demanio ha dato l’ok al finanziamento per la riqualificazione dell’ex penitenziario in cittadella giudiziaria

16 febbraio 2016
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SASSARI. È ufficiale: l’Agenzia del Demanio ha dato ieri l’ok definitivo al finanziamento di 11 milioni 648mila euro per la progettazione e i lavori di riqualificazione dell’ex carcere di San Sebastiano, che Palazzo Ducale aveva annunciato nei giorni scorsi. Si fa davvero concreta, quindi, la realizzazione della cittadella giudiziaria nella casa di reclusione dismessa di via Roma. Che diventerà anche un luogo di cultura con la creazione di un “museo della memoria” in cui verranno documentati i 150 anni di vita della struttura prima dell’abbandono per il nuovo carcere di Bancali.

Il finanziamento. Il fondo messo a disposizione dal Demanio è il frutto che la città raccoglie in seguito alla sottoscrizione del Protocollo d' Intesa tra i ministeri della Giustizia, dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Provveditorato alle opere pubbliche, del Comune e del Consiglio Forense. Accordo sottoscritto nel 2014 dall’allora commissario straordinario del Comune, Guido Sechi, e portato avanti con tenacia dal sindaco Nicola Sanna che ha trovato un sponda nel ministro della Giustizia Orlando. Il quale ha compreso la necessità di recuperare una struttura di grande valore storico e architettonico per razionalizzare gli uffici giudiziari, sparsi per la città, e alcuni in affitto da privati.

La struttura. Nell’ex carcere di San Sebastiano quando i lavori saranno conclusi ci saranno circa 18.000 metri quadrati a disposizione del polo giudiziario che potrà quindi ospitare con grande larghezza di spazi gli uffici del Tribunale civile e penale, la Procura generale, il Tribunale di Sorveglianza, il Giudice di pace, l'Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti e la sezione staccata della Corte d'Appello. A progettarlo fu l’architetto di Asti Giuseppe Polani incaricato nel 1857 dopo un concorso bandito dal ministero dell’interno, e che già aveva progettato le cosiddette carceri “cellulari” di Torino, Genova, Perugia. Erano gli anni in cui l’Italia si dotava di una più moderna edilizia penitenziaria e Sassari poteva chiudere, dopo 15 anni di lavori in via Roma, il disumano carcere di San Leonardo, che per cinque secoli aveva ospitato i detenuti in condizioni aberranti. San Sebastiano ha una sua particolarità: è composto da sei bracci, come quello milanese di San Vittore.

Il risparmio. Accorpare in un’unica sede gli uffici giudiziari consentirà un risparmio in canoni di locazione per lo Stato di circa 1 milione e 700 mila euro all'anno. Uno dei tasti su cui l’amministrazione comunale sassarese ha molto battuto nel corso degli incontri che si sono succeduti al ministero della Giustizia e all’Agenzia del demanio diretta da Roberto Reggi. Che già nelle prossime settimane farà un sovralluogo nell’ex penitenziario.

I commenti. Soddisfazione ha espresso il sindaco Sanna e anche la deputata del Partito Democratico Giovanna Sanna. «Questo risultato è anche il frutto di un mio costante impegno nel rappresentare l'importanza nonché l'urgenza dell'intervento – afferma Giovanna Sanna –. Il rischio di andare incontro a un progressivo decadimento dell'edificio era alto, ma è stato scongiurato. Non solo, il recupero di una struttura di così grande valore al centro della città avrà ricadute rilevanti dal punto di vista funzionale, economico e culturale».

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