La Nuova Sardegna

Sassari

Scoperto nuovo focolaio di peste suina africana

di Elena Corveddu
Scoperto nuovo focolaio di peste suina africana

La zona colpita comprende Pattada, Bultei, Nule, Benetutti, Osidda e Buddusò Sotto osservazione 135 aziende e un migliaio di capi. Virus veicolato dai cinghiali

08 marzo 2016
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PATTADA. È stato accertato pochi giorni fa un nuovo focolaio di peste suina africana. Le zone colpite riguardano Pattada, Bultei, Benetutti, Nule, fino a Osidda e Buddusò. Le aree coinvolte comprendono una zona di protezione con quattordici allevamenti (100 capi) e una zona di sorveglianza con centotrentacinque allevamenti suinicoli (931 capi). Lo scorso 22 febbraio la Regione aveva chiuso il precedente focolaio nel territorio di Pattada, ma proprio lo stesso giorno ai veterinari della Asl di Sassari del distretto del Goceano è arrivata la segnalazione di due capi morti. Il 25 febbraio i veterinari hanno avuto la conferma che si trattava di peste suina africana.

Le reazioni dei veterinari. La prima reazione dei veterinari è stata quella di sconforto: «Nonostante l’opera di convincimento per il rispetto delle norme per l’adeguamento dei parametri strutturali degli allevamenti e del benessere animale, il risanamento e i controlli degli animali, siamo di fronte a un nuovo caso di peste suina – hanno commentato i veterinari del distretto del Goceano –. A fine gennaio avevamo terminato i controlli sierologici degli allevamenti di Pattada e tutti erano risultati negativi, quindi è sicuramente bastata una disattenzione degli allevatori per far rientrare la malattia». Le norme. Gli allevamenti allo stato semi brado devono avere in uno spazio sufficiente grande recintato con doppia rete, una a distanza di cinquanta centimetri dall’altra per evitare il contatto diretto con capi infetti. La seconda opzione è l’allevamento stabulato: box con adeguata illuminazione e aerazione. Chi dovesse rispettare tali parametri potrà accedere ai finanziamenti per l’adeguamento o la realizzazione delle strutture e al premio annuale per gli animali allevati.

Disposizioni della Regione. Dovrebbe uscire a marzo il provvedimento legato alla premialità da parte della Regione: saranno messi a disposizione circa cinquanta milioni di euro per gli allevatori virtuosi che rispetteranno i parametri sanitari e strutturali. Per chi non dovesse adempiere alle norme è prevista una dura sanzione fino al depopolamento dell’allevamento. Così come sta avvenendo nel nuorese.

Separazione maiali-cinghiali. «È importante separare i suini domestici dai cinghiali ed evitare che entrino in contatto – spiegano i veterinari –. Nel cinghiale il passaggio della malattia è molto rallentato perché la loro densità per chilometro quadrato nei nostri territori è troppo bassa per la persistenza dell'infezione. Gli esperti internazionali affermano infatti che il virus va a scemare proprio nei territori con bassa concentrazione di cinghiali. Ma nel momento in cui il suino domestico incontra il cinghiale allora la malattia ha possibilità di rimanere nel territorio. La separazione delle due popolazioni è necessaria e fondamentale».

Le movimentazioni sono adesso bloccate sino al risanamento delle aree di vincolo. Il Servizio veterinario avvierà il risanamento delle aziende che non avverrà in meno di sessanta giorni. È comunque consentita la macellazione ad uso familiare e la macellazione in deroga per gli allevamenti di tipo commerciale.

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