La Nuova Sardegna

Sassari

Ippica, lettera aperta di Mario Cossu al premier Renzi

di Barbara Mastino
Ippica, lettera aperta di Mario Cossu al premier Renzi

L’associazione Anacaad contro l’immobilismo del Governo Il presidente: «Occorrono fondi e un programma di rilancio»

16 marzo 2016
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OZIERI. Strali al Governo giungono dal presidente dell’associazione allevatori dell’anglo-arabo Mario Cossu, che in una lettera aperta al premier Renzi accusa senza mezzi termini l’esecutivo di azioni che stanno «decretando la fine del comparto ippico italiano». Azioni, o meglio non-azioni, dice in sostanza Cossu, che imputa alla «totale impassibilità» del premier e dell’esecutivo la colpa per quella che ormai è la vicina fine del settore, in tutta Italia. «Le abbiamo chiesto un intervento - dice Cossu rivolgendosi al primo ministro -, ma lei finora pare essersi ben guardato dal prendere provvedimenti e i ministeri interessati, di fatto, continuano su una falsariga che non aiuta certamente a risolvere problematiche che non sono adeguatamente valutate, se non addirittura e ancora misconosciute. Forse pensate di poter risuscitare i morti? Oppure, di stampare cavalli italiani in 3D?». Il Governo nega l’ossigeno al settore dell’ippica, dice il presidente dell’Anacaad, che invoca «immediate operazioni di salvaguardia, unite a comportamenti responsabili e costruttivi. Operazioni di cui lei, quale capo del Governo, deve essere il massimo garante». L’ossigeno sono in primo luogo i fondi, ma sono anche delle adeguate politiche di rilancio e addirittura di mera salvaguardia di un comparto che storicamente ha sempre rappresentato uno dei fiori all’occhiello dell’allevamento italiano. Un’inazione che si protrae mentre «i ministeri coinvolti in questa sorta di ping-pong trattengono la pallina, facendo trascorrere inesorabilmente il tempo e determinando un evidente sfacelo, con danni per tutti». Eppure non sono mancati gli esponenti politici che si sono interessati dell’argomento, presentando negli anni, e sistematicamente, proposte di rilancio tramite interrogazioni, emendamenti, ordini del giorno, per l’attività nelle commissioni e quant’altro, che però hanno ricevuto «riscontri governativi inconsistenti o inadeguati, almeno finora». Da qui la situazione divenuta insostenibile per tutta la filiera ippica italiana, la cui difesa “in toto” rappresenta una delle principali battaglie portate avanti dall’associazione allevatori dell’anglo-arabo e suoi derivati, che da sempre si batte, dice Mario Cossu ancora rivolgendosi al primo ministro, «con la viva speranza di stimolare davvero un reale impegno politico e tecnico, suo personale e dei ministeri interessati, nell’attesa dell’auspicata e noi auguriamo equanime “Governance di filiera”. Ben si sa, però - aggiunge -, che per deliberare al meglio bisogna conoscere e non aver paura della trasparenza, sia perché qualcuno non si faccia circuire dalle “sirene” e sia per potersi confrontare seriamente, evitando furbate da parte dei “soliti ignoti”». La filiera ippica è un settore delicato e ricco di sfaccettature, occorre quindi conoscerlo a fondo, dice in sostanza Cossu, e non pensare di poter programmare interventi improvvisati. L’Anacaad si mette a disposizione, sperando in «una risposta che non sia solo un assordante silenzio».

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