La Nuova Sardegna

Sassari

Maltrattamenti agli anziani, scatta un licenziamento

di Gianni Bazzoni
Il momento della preparazione dei pasti nella casa di riposo Pandora di via Risorgimento
Il momento della preparazione dei pasti nella casa di riposo Pandora di via Risorgimento

Parla il titolare della casa di riposo di Porto Torres sequestrata dal gip. E dice: «Io non sapevo niente, è un gesto vigliacco e assurdo»

02 aprile 2016
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PORTO TORRES. «La persona interessata, alla quale è stato contestato il reato di maltrattamenti è già stata licenziata. Io, in qualità di presidente dell’associazione «Pandora Onlus» non ero a conoscenza dei fatti. Posso dire, fin da ora, che nei confronti di chi ha commesso un gesto così assurdo e vigliacco saranno presi tutti i provvedimenti che si renderanno necessari».

Il giorno dopo l’intervento dei carabinieri del Nas di Sassari che gli hanno notificato l’ordinanza di sequestro preventivo della casa di riposo di via Risorgimento (dove sono presenti 15 ospiti), il presidente della onlus Christian Catania racconta la sua versione dei fatti.

«L’indagine è ancora in corso, così come è stato scritto, e in attesa che il lavoro degli inquirenti venga portato a termine vorrei dire alcune cose. La prima riguarda la funzionalità della struttura – afferma Catania – ; è vero, infatti, che siamo sprovvisti di autorizzazione regionale che ci consentirebbe di accogliere anche persone non autosufficienti. Ma gli ospiti che sono stati rilevati al momento dei controlli erano 5, tutti in transito in attesa di essere assegnati ad altre strutture idonee per questo tipo di pazienti». Il responsabile della Pandora sottolinea che la casa di riposo di via Risorgimento, invece, ha una regolare autorizzazione rilasciata dal Comune di Porto Torres per l’inizio dell’attività.

L’altro aspetto contestato riguarda la climatizzazione degli ambienti dove sono sistemati gli ospiti. Mostra le foto Christian Catania, per sostenere la tesi che «la struttura è fornita di riscaldamento e anche di due stufe a pellet integrate da altre elettriche». Un impianto che - sempre secondo il responsabile della casa di riposo - sarebbe sufficiente per riscaldare in maniera adeguata tutti gli ambienti della casa.

Infine la questione dei pasti, sui quali però non ci sarebbero state contestazioni da parte della magistratura. «I pasti vengono preparati dalla Laser srl – dice ancora Catania – la stessa che fornisce anche ospedali e scuole, la qualità è garantita».

Sulla parte relativa ai maltrattamenti e alle violenze contestate, il responsabile della Pandora, invece, si tira fuori: «Non ne sapevo niente, e saranno presi tutti i provvedimenti necessari. É una azione vigliacca, l’ho detto. E non può essere in alcun modo tollerata».

Intanto le indagini avviate un mese fa dai carabinieri del Nas di Sassari vanno avanti. E gli elementi raccolti hanno evidentemente convinto il sostituto procuratore Corinna Carrara a chiedere il sequestro preventivo della casa di riposo e a iscrivere nel registro degli indagati, oltre al presidente della onlus, anche una infermiera (difesa dagli avvocati Paolo Spano e Gianluigi Poddighe) e un’altra dipendente. L’accusa è di maltrattamenti, per il responsabile della Pandora anche di avere operato in carenza dell’autorizzazione regionale prevista per chi ospita persone non autosufficienti. L’ordinanza è stata emessa dal gip Michele Contini.

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