La Nuova Sardegna

Sassari

“Un cantu d’Agniri” per l’addio a Roberto

“Un cantu d’Agniri” per l’addio a Roberto

Folla per l’ultimo saluto al motociclista morto domenica. Palloncini e un brano di Giovannino Giordo

21 aprile 2016
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PORTO TORRES. Neanche la maestosità della Basilica di San Gavino è bastata a contenere l’immensa folla che ieri pomeriggio ha partecipato al funerale di Roberto Casu. Amici e semplici conoscenti hanno trovato posto nel piazzale antistante la chiesa romanica e in piazza Martiri Turritani, compresi i molti motociclisti che non sono voluti mancare per l’ultimo saluto al centauro turritano morto tragicamente domenica sulla litoranea che collega Alghero a Bosa.

A celebrare la messa don Salvatore Ruiu, parroco dello Spirito Santo, che ha ricordato quando Roberto aveva deciso di cresimarsi l’anno scorso, perché voleva crearsi una famiglia con la compagna Noemi e con il figlio che doveva ancora nascere. Momenti struggenti quelli di ieri pomeriggio, ancora di più con l’uscita del feretro dalla chiesa accompagnato da applausi e da tanti palloncini bianchi (anche alcuni della Yamaha blu, uguali alla sua moto) liberati in aria. Da quel momento il silenzio è stato interrotto dalla voce inconfondibile dell’indimenticato cantante folk Giovannino Giordo – padre di Noemi e suocero di Roberto – che intonava “Un cantu d’’Agniri” che risuonava in tutta l’area. Dopo la musica si è mosso il corteo funebre, preceduto però dal rombo dei motori delle motociclette che hanno fatto da apripista al funerale prima dell’arrivo al cimitero. «Te ne sei andato così all'improvviso che è impossibile crederci – scriveva ieri sui social un amico cresciuto nella famiglia di Roberto –: ti ho visto nascere, crescere e diventare un uomo, sei sempre stato un ragazzo semplice, educato e di poche pretese, un gran lavoratore con un unica passione per i motori e le moto, quella passione che alla fine ti ha portato via da noi e dalla tua amata famiglia, così ingiustamente che stento a credere in una legge divina». (g.m.)

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