La Nuova Sardegna

Sassari

Anziana aggredita a Porto Torres, il pm chiede condanne a 5 anni

di Nadia Cossu
Anziana aggredita a Porto Torres, il pm chiede condanne a 5 anni

Due 25enni sono accusati di aver picchiato e cercato di rapinare una disabile. Per gli stessi fatti altre tre persone sono state giudicate con rito abbreviato

22 aprile 2016
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SASSARI. Per quella brutale aggressione di 4 anni fa a un’anziana disabile di Porto Torres – che la banda composta da sei persone aveva intenzione di rapinare nella sua casa al Villaggio Verde – il pm ha chiesto una condanna a cinque anni e sei mesi per gli unici due imputati – Giovanni Rebeccu (assistito dall’avvocato Pina Zappetto) e Alessio Concas (difeso da Mauro Norcia) – che hanno scelto il rito ordinario. Gli altri sono stati già giudicati (e condannati) con rito abbreviato.

Il pomeriggio del 6 maggio 2012, alcune persone incappucciate, avevano fatto irruzione in casa di un’anziana in sedia a rotelle: l’avevano scaraventata per terra e picchiata. Erano alla ricerca di qualcosa da rubare. Ma due vicini avevano sentito le urla di dolore della vittima e li avevano costretti a fuggire senza bottino.

Per quell’episodio sei ragazzi erano finiti sotto accusa per tentata rapina aggravata, lesioni aggravate e danneggiamento. In un primo momento i carabinieri avevano individuato Rebeccu e Concas, entrambi 25enni, di Porto Torres. Nel corso di un interrogatorio poi Concas aveva chiamato in causa altre quattro persone (tra cui un minorenne).

Subito dopo la Procura aveva chiesto un incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni di Concas che aveva inguaiato gli altri quattro dopo l’applicazione di una misura cautelare. E proprio durante l’incidente probatorio il giovane aveva detto al giudice: «Con l’aggressione all’anziana io non c’entro nulla». Aveva fatto i nomi di altre quattro persone, tra cui Rebeccu, confermando sostanzialmente quanto dichiarato subito dopo l’arresto (era stato liberato quasi subito). Durante il colloquio protetto, interrogato dal pm Carlo Scalas, il ragazzo aveva puntato il dito contro gli altri indagati, definendone ruoli e posizioni. E questo – così aveva spiegato allora – perché subito dopo la mancata rapina i carabinieri lo avevano fermato e gli avevano fatto domande. Allora lui aveva capito di essere sotto la lente degli investigatori, si era informato su chi avesse partecipato e si era rivolto a Rebeccu e al minore. Sarebbero stati loro – così aveva detto – a “confessare” di aver preso parte al colpo fallito contro l’anziana.

Quel 6 maggio con i volti coperti dal cappuccio della felpa, almeno in tre avevano bussato alla porta dell’anziana riuscendo a farsi aprire con l’inganno. Poi l’avevano picchiata con pugni alla testa e al collo. Volevano ripulirle l’appartamento e per terrorizzarla le avevano tirato i capelli, prima di farla cadere per terra. Il pm Scalas, nell’avviso di chiusura delle indagini, aveva contestato la tentata rapina aggravata dal numero di presunti partecipanti (sei), e poi le ipotesi di reato di lesioni e danneggiamento. Nella ricerca affannosa di qualcosa da portare via, avevano distrutto la vetrata della porta del salotto. Prima che riuscissero a trovare soldi o oggetti preziosi, due vicini - richiamati dalle urla di dolore della vittima - li avevano costretti a fuggire. Poi grazie a un testimone i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Porto Torres avevano raccolto elementi sufficienti per incastrarli. Uno è stato “preso in carico” dal tribunale del minori, altri tre sono stati condannati in abbreviato a tre anni e a 2 anni e quattro mesi. Rebeccu e Concas hanno scelto invece il rito ordinario e la lettura del dispositivo è prevista per mercoledì prossimo.

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