I gestori del centro: «Qui avrebbero cibo, tv e wi fi»
SASSARI. Continuano a bivaccare davanti alla chiesa del Gesù Buon Pastore a pochi passi dalla questura i venti migranti etiopi andati via lunedì mattina dal centro “Il Vivaio” di Sorso e decisi ad...
SASSARI. Continuano a bivaccare davanti alla chiesa del Gesù Buon Pastore a pochi passi dalla questura i venti migranti etiopi andati via lunedì mattina dal centro “Il Vivaio” di Sorso e decisi ad ottenere a tutti i costi, e senza attendere il loro turno, il modello C3, il documento che contiene informazioni di carattere anagrafico e qualche domanda sulle cause che hanno spinto il richiedente ad allontanarsi dal proprio Paese e chiedere asilo.
Nessuno riesce a convincerli a tornare nella struttura di Sorso dove potrebbero attendere la convocazione della questura in un ambiente tutt’altro che disagiato. Ieri mattina, dopo le accuse dei giorni scorsi da parte del gruppo di etiopi che avevano detto di non aver ricevuto un trattamento adeguato, i gestori hanno aperto le porte ai giornalisti e mostrato l’ex B&B in cui ora sono rimasti undici ospiti provenienti da Senegal, Mali, Gambia, Nigeri, Costa d’Avorio e Somalia. «Siamo disposti ad accettare qualsiasi tipo di protesta pacifica - spiega Emanuele Ghionzoli - ma non possiamo sopportare che si dica che qui non c’è acqua potabile o che l’ambiente è malsano. In ogni stanza c’è l’aria condizionata, c’è la cucina a norma, i bagni con l’acqua calda, la tv e il wi fi. La verità - aggiunge il responsabile del centro - è che questo gruppo di etiopi non voleva stare in Sardegna. Questi ragazzi vogliono ricongiungersi con parenti e amici nel nord Europa.
Con questa protesta plateale - continua Ghionzoli - stanno saltando la fila degli altri profughi arrivati nell’isola prima di loro e che come loro vogliono ottenere il modello C3. Qui nel centro sono rimasti in undici - conclude - seguono le lezioni d’italiano, stanno bene e ogni giorno ringraziano per quello che hanno. (l.f.)