La Nuova Sardegna

Sassari

Precipita da 30 metri, muore una donna

di Gianni Bazzoni
Precipita da 30 metri, muore una donna

Tragedia ieri pomeriggio a Monte Forte, a La Corte. La vittima era una super esperta, stava riparando un ponte radio Enav

29 aprile 2016
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SASSARI. Sapeva muoversi meglio di tutti, con coraggio e prudenza, sempre in sicurezza. Era la prima a raccomandarsi quando qualche collega cominciava la salita e si apprestava a lavorare ad alta quota. Ieri pomeriggio, però, qualcosa è andata male: Maria Luisa Comi, 57 anni, originaria di Oliveto Lario (Lecco), amministratore delegato della «Mir» - una azienda lombarda specializzata in manutenzioni e installazioni di sistemi radar - ha perso la vita in un drammatico incidente sul lavoro. La donna è precipitata da una piattaforma di 30 metri, dove era arrivata dopo essersi arrampicata lungo un traliccio che sostiene il ponte radio dell’Enav, l’Ente nazionale di assistenza al volo.

L’allarme è stato immediato, i colleghi che si trovavano a terra e l’hanno vista precipitare, si sono adoperati per i primi soccorsi. Purtroppo non c’è stato niente da fare, troppo gravi le lesioni riportate nella caduta. Inutile anche l’intervento del medico del 118 che è stato calato dall’elicottero dei vigili del fuoco con l’ausilio della squadra Saf (Soccorso alpino fluviale) per raggiungere più rapidamente la zona particolarmente impervia. Il medico ha potuto solo constatare il decesso della donna.

L’incidente si è verificato ieri pomeriggio - poco dopo le 15.30 - in località Monte Forte, a La Corte, un rilievo che con i suoi 464 metri è il punto più alto di tutta la Nurra. Per questo è stato scelto, ormai da decenni, come postazione privilegiata per accogliere tralicci che ospitato ripetitori telefoni e ponti radio. Un luogo strategico per dare maggiore efficacia alle comunicazioni.

Maria Luisa Comi era arrivata a Monte Forte insieme a una squadra di tecnici della sua azienda. C’era da riparare un pannello danneggiato di recente da un fulmine: un lavoro programmato «in quota» - come si dice in gergo tecnico - e pianificato nei dettagli.

Per arrivare fino a Monte Forte bisogna svoltare a sinistra (per chi arriva da Sassari) subito dopo il centro abitato della borgata, lasciandosi le case alle spalle. Poi una salita lenta, per quasi sei chilometri di strada bianca, stretta e costeggiata dai rovi. Un percorso complicato.

Non era la prima volta per i tecnici della «Mir» che operano ovunque - anche come pronto intervento - dove ci sono da eseguire installazioni e manutenzioni di impianti complessi.

Tecnico esperto - faceva questo lavoro da circa trentacinque anni - Maria Luisa Comi ha indossato la tuta e le dotazioni di sicurezza. Quindi ha cominciato la salita verso la cima del traliccio dove è posizionato un grosso pallone bianco formato da tanti pannelli. Una situazione quasi normale per chi è abituato ad arrampicarsi da sempre, ancora di più per la donna che era anche una esperta alpinista.

Ad un certo punto - per cause che dovranno essere accertate nel corso dell’inchiesta - si è verificato l’incidente che ieri a tarda sera non aveva ancora una spiegazione ufficiale certa. Solo qualche ipotesi.

Maria Luisa Comi è volata giù dalla scaletta più alta, un ultimo tratto di collegamento che - nella parte verso l’esterno - non ha protezione evidente. Forse la donna aveva agganciato il moschettone del cavo di tenuta ma - per qualche ragione che dovrà essere chiarita - non ha funzionato. Forse un errore umano, o magari un problema tecnico. E quando Maria Luisa Comi ha perso l’equilibrio, nessun cavo ha bloccato la sua caduta nel vuoto dall’altezza di circa 30 metri. Il suo corpo senza vita, coperto con un telo, è stato rimosso solo quando gli specialisti della polizia Scientifica della questura di Sassari hanno completato i rilievi su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Emanuela Greco. Sul posto i vigili del fuoco, gli agenti della sezione volanti e i carabinieri della stazione di Palmadula guidati dal maresciallo Alessandro Reina.

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