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SASSARI. Accertamenti incrociati per fare chiarezza sull’incidente sul lavoro nel quale - giovedì pomeriggio - ha perso la vita Maria Luisa Comi, 57 anni, originaria di Oliveto Lario (in provincia di Lecco). I rilievi saranno completati nei prossimi giorni dagli specialisti della polizia Scientifica della questura e dagli ispettori dello Spresal dell’Azienda sanitaria locale che si occupano di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Solo allora, l’inchiesta affidata al sostituto procuratore Emanuela Greco potrà muovere i primi passi. Al momento non ci sono indagati e anche l’autopsia è stata programmata per i prossimi giorni. Il cantiere di Monte Forte, nel territorio della Nurra, a La Corte, è stato messo sotto sequestro in attesa delle prime relazioni che dovranno essere depositate in Procura.
L’obiettivo è capire che cosa è successo e come un tecnico così esperto possa essere rimasta vittima di un incidente senza che siano scattate le misure di sicurezza (il cavo di tenuta che impedisce la caduta nel caso che chi lavora in quota possa perdere l’equilibrio).
Maria Luisa Comi - oltre a essere un tecnico esperto - era anche l’amministratore delegato della «Mir», un’azienda lombarda che si occupa di manutenzioni e installazioni di sistemi radar, in pratica il datore di lavoro di se stessa. Non è detto che possano emergere responsabilità di terzi nell’incidente ma, in questa fase, non è neppure escluso. Le valutazioni del magistrato si avranno una volta che saranno disponibili tutti gli elementi.
Maria Luisa Comi, grande appassionata di alpinismo, aveva una preparazione tecnica e fisica definite ottime per operare in sicurezza e fronteggiare lavori complicati come quello che si stava eseguendo sul traliccio che ospita il ponte-radio dell’Enav a Monte Forte, un rilievo che con i suoi 464 metri è il punto più alto di tutta la Nurra.
Faceva quel lavoro da quando era ragazza, mai un problema, anche perché era sempre molto attenta al rispetto della sicurezza. Rispettava le regole e trasmetteva indicazioni ed esperienza ai suoi colleghi. Anche per questo si cerca di capire che cosa è successo: la donna aveva le dotazioni di sicurezza, ma qualcosa non ha funzionato se è vero che il cavo di tenuta non ha impedito la caduta al suolo da circa 30 metri. Un volo terribile, Maria Luisa Comi è morta sul colpo.
Tra le ipotesi anche quella di un moschettone agganciato male o in un punto dove non c’era presa sufficiente. Anche se altre valutazioni sono in corso da parte degli ispettori dello Spresal.
Intanto nel suo paese (aveva casa nella zona di San Giorgio ad Onno), ma anche in altre realtà italiane, dove la Comi era molto conosciuta (specie negli ambienti sportivi della montagna) la notizia è stata accolta con tristezza e grande dolore.
Incredulità da parte di coloro che la conoscevano bene, a iniziare dai colleghi, alcuni dei quali sono stati purtroppo testimoni impotenti della tragedia.
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