La Nuova Sardegna

Sassari

Folla di fedeli per accompagnare i simulacri dei martiri a Balai

di Gavino Masia
Folla di fedeli per accompagnare i simulacri dei martiri a Balai

Fedeli da tutta l’Isola per la tradizionale processione: rinnovato il rito di fede per i santi turritani Da oggi il pellegrinaggio verso il santuario dove le statue lignee resteranno fino a Pentecoste

04 maggio 2016
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PORTO TORRES. Una fiumana di persone ieri sera all’appuntamento religioso per eccellenza con la tradizione, che apre di fatto la “Festha Manna”. Prima dentro le mura antiche della Basilica di San Gavino - per seguire la messa celebrata dal parroco don Mario Tanca - e alla fine della funzione nel corteo che in processione ha accompagnato i simulacri dei Protomartiri Turritani Gavino, Proto e Gianuario verso la chiesa a picco sul mare di Balai vicino.

Il gruppo folk Etnos ha aperto il corteo rappresentando i colori e i costumi della tradizione cittadina, di seguito la banda “Amici della Musica” di Sassari e oltre venti comitati di bandiera con i loro drappi ad onorare i tre Martiri nel cammino verso gli ipogei adiacenti alla chiesetta di Balai dove, secondo la tradizione, furono nascosti i loro corpi dopo la decapitazione.

«Questa data – ha detto durante l’omelia don Tanca – pone alla nostra attenzione la vicenda dei tre Santi: in tempi complessi come questi bisogna saper esprimere la nostra fede non solo con gesti esteriori, ma tenendo presente il buon esempio dei Martiri che ricordano come la fede sia fatta di opere buone verso i nostri fratelli».

Un richiamo alla responsabilità di tutti i cristiani, ma anche dei cittadini, soprattutto in considerazione del momento difficile che vive la comunità turritana. La processione è terminata dopo la discesa degli scalini della chiesetta di Balai vicino, con i simulacri che sono stai sistemati all’interno degli ipogei.

Da oggi migliaia di fedeli di tutta l’isola, e non solo, inizieranno un ininterrotto pellegrinaggio verso il sepolcro dei santi fino alla sera di Pentecoste: per trovare attraverso la preghiera ai Protomartiri un sollievo morale alla propria esistenza, per ringraziare chi ha pagato con il martirio l’amore verso i propri fratelli cristiani e per chiedere una protezione speciale che riporti un po’ di luce a chi si trova in situazioni drammatiche dal punto di vista economico e occupazionale.

La processione in onore di Gavino, Proto e Gianuario è una tradizione forte e radicata che resiste in una città sofferente, e la gente che ieri sera accompagnava le statue lignee dimostrava tutto il suo affetto seguendo il rito delle preghiere per tutto il percorso.

Il culto di San Gavino è il più antico dell’isola, risalente all’inizio del IV secolo, e negli anni si è consolidato anche attraverso la devozione di fedeli di altre regioni nei confronti dei Protomartiri.

Nella chiesa romanica un pittore del XVII secolo, Giacomo Galeazzo, ha rappresentato il martirio di Gavino, Proto e Gianuario: il primo è in divisa militare romana, gli altri due in abiti ecclesiastici, anziano con barba Proto e giovane Gianuario. La storia dei tre Martiri ha un fascino immutato che si perde nella notte dei tempi e che rappresenta per la città l’unica vera tradizione su cui riconoscersi e partecipare.

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