La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, volo mortale dal traliccio: ci sono sette indagati

di Gianni Bazzoni
Maria Luisa Comi è morta a La Corte cadendo da un traliccio alto trenta metri
Maria Luisa Comi è morta a La Corte cadendo da un traliccio alto trenta metri

L’incidente sul lavoro a La Corte. La donna era caduta da una altezza di 30 metri mentre interveniva su un ponte radio

06 maggio 2016
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SASSARI. Ci sono sette indagati per l’incidente sul lavoro nel quale una settimana fa ha perso la vita Maria Luisa Comi, 57 anni, originaria di Oliveto Lario (in provincia di Lecco). La donna, un tecnico esperto, amministratore delegato della società “Mir Radomes” (per la quale lavorava da parecchi anni) era caduta da un’altezza di circa 30 metri mentre eseguiva un intervento di manutenzione ad un ponte radio posizionato su un traliccio a Monte Forte, a La Corte. L’accusa è di omicidio colposo.

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Gli iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Emanuela Greco, titolare dell’inchiesta, sono tutti titolari o responsabili delle aziende direttamente coinvolte (per la proprietà delle strutture o per l’incarico assunto per lo svolgimento delle operazioni di manutenzione): le tre società sono l’Enav, proprietaria dell’impianto di Monte Forte; la Mir Radomes, appunto, l’azienda per la quale lavorava la vittima. E la Techno Sky, società di logistica e manutenzione di Enav.

I due indagati della Techno Sky sono difesi dall’avvocato Pier Luigi Poddighe, gli altri hanno nominato legali che risiedono fuori dalla Sardegna.

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A parte gli aspetti prettamente di carattere penale, nel corso delle indagini svolte finora, gli ispettori dello Spresal dell’Azienda sanitaria locale che hanno agito in collaborazione con gli specialisti della polizia Scientifica della questura di Sassari, avrebbero rilevato anche una serie di carenze sotto il profilo della prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Ieri, intanto, è stato conferito l’incarico al medico legale Francesco Serra che oggi eseguirà l’autopsia sul corpo della donna alla presenza dei periti di parte. Poi la salma potrà essere restituita ai familiari di Maria Luisa Comi e potranno essere celebrati i funerali.

Il cantiere di Monte Forte, nel territorio della Nurra, a La Corte, era stato messo sotto sequestro subito dopo la tragedia per consentire tutti gli accertamenti disposti dalla Procura.

Ora l’iscrizione nel registro degli indagati di sette persone alle quali viene contestato l’omicidio colposo. L’ipotesi del magistrato - alla luce dei primi rapporti ricevuti - sembra essere quella che non tutte le norme di sicurezza sono state rispettate e che, comunque, l’incidente sul lavoro si poteva probabilmente evitare,

Maria Luisa Comi - oltre a essere un tecnico esperto - era anche l'amministratore delegato della «Mir», l'azienda lombarda che si occupa di manutenzioni e installazioni di sistemi radar, in pratica il datore di lavoro di se stessa. Oggi anche i rappresentanti della Mir figurano tra gli indagati.

Grande appassionata di alpinismo, aveva preparazione tecnica e fisica definite ottime per operare in sicurezza e fronteggiare lavori complicati come quello che si stava eseguendo sul traliccio che ospita il ponte-radio dell'Enav a Monte Forte, un rilievo che con i suoi 464 metri è il punto più alto di tutta la Nurra.

Faceva quel lavoro da quando era ragazza, mai un problema, anche perché era sempre molto attenta al rispetto della sicurezza.

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