La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, la marcia silenziosa dei commercianti contro la pista ciclabile

Sassari, la marcia silenziosa dei commercianti contro la pista ciclabile

Un centinaio di esercenti hanno manifestato in viale Italia. I fiorai di piazza Marconi alla fame: «Chiederemo i danni»

10 maggio 2016
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SASSARI. Per i commercianti la misura è colma. Il cantiere della pista ciclabile soprattutto per le attività di viale Italia è stata la mazzata definitiva. «Quello di oggi a suo modo è un evento storico – commentano Gianluca Fois e Massimiliano Cossu del punto Wind – per la prima volta noi commercianti di viale Italia marciamo uniti e andiamo d’amore e d’accordo. Diciamo che in genere tra di noi non c’è grosso feeling e solidarietà. Potere della pista ciclabile e di una situazione diventata ormai insostenibile. Qui si parla solo di sopravvivenza».

Dalle 9 alle 11 una cinquantina di esercenti hanno chiuso bottega e si sono dati appuntamento all’Emiciclo. Da lì è partita una marcia silenziosa e il corteo ha occupato il centro della carreggiata camminando sino a Piazza Marconi. Quello infatti è ritenuto l’epicentro del disagio. I fiorai sono alla fame. Alle 11,30 Gianni Scanu e Gigia Serra avevano la mercanzia immacolata. «Ancora neanche una vendita. Ma ormai è tutti i giorni così. L’amministrazione con questa prigione che ci ha costruito davanti al naso ci sta rovinando. Noi lavoriamo d’inverno, e questi sei mesi sono stai un disastro. Chiederemo i danni per tutto quello che stiamo patendo. La manifestazione di oggi è stata troppo soft. Fosse per me io avrei strappato le recinzioni e le avrei piazzate in mezzo alla via, per bloccare il traffico. Con tutto il disagio che sopportiamo noi, un po’ di problemi alla viabilità non sono nulla». In marcia ci saranno un centinaio di persone, sono intervenuti alcuni esponenti politici di centro destra e diversi commercianti anche della ztl. Nessuno in linea di principio sembra contrario all’idea della mobilità sostenibile in città, anche se resta la perplessità di una ciclabile di 8 chilometri, molti dei quali con pendenze da batticuore. Ciò che esaspera è la durata dei lavori di realizzazione, perché sei mesi di cantiere mettono in ginocchio. L’effetto delle recinzioni è facilmente visibile: sul versante sinistro di viale Italia, c’è un flusso di pedoni quasi normale, o perlomeno compatibile con la crisi. Sul lato destro, quello ostaggio delle recinzioni, è il deserto: «Dalla più grande strada di Sassari – dice Gianluca Fois – viale Italia si è ridotta a una stradina striminzita del centro storico. Hanno tolto tutti i parcheggi, gli spazi per carico e scarico, e anche la possibilità di sostare un minuto per fare una compera al volo o per ritirare il proprio bimbo dall’asilo. Così la via, dal punto di vista commerciale è condannata a morire, perché sfido chiunque a lasciare l’auto sempre al silos dell’emiciclo. Si fa prima ad andare direttamente da un’altra parte». Anche Roberta Multineddu della Benetton si sente imprigionata. «Liberateci al più presto da questa galera – chiede all’amministrazione – siamo ostaggio di un’opera inutile che probabilmente non verrà nemmeno utilizzata e che sta costando a noi commercianti dei sacrifici insostenibili». (lu.so.)

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