La Nuova Sardegna

Sassari

San Sebastiano, il Demanio cala le carte

di Giovani Bua
San Sebastiano, il Demanio cala le carte

Arriva in città il direttore dell’agenzia Roberto Reggi, illustrerà il nuovo “federal building” da 18mila metri quadrati

11 maggio 2016
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SASSARI. E alla fine il gran giorno è arrivato. Domani mattina il direttore dell’agenzia del Demanio Roberto Reggi, dopo aver visitato ciò che resta di San Sebastiano, presenterà il progetto di “Federal Building” nell’ex carcere cittadino. Mettendo il primo virtuale mattone della cittadella giudiziaria da 12 milioni attesa da anni.

Il tutto con un fondo messo a disposizione dal Demanio, e guadaganto con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra i ministeri della Giustizia, dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Provveditorato alle opere pubbliche, del Comune e del Consiglio Forense. Un accordo sottoscritto nel 2014 dall’allora commissario straordinario del Comune, Guido Sechi, e portato avanti con tenacia dal sindaco Nicola Sanna che ha trovato una importante e leale sponda nel ministro della Giustizia Orlando.

Nell’ex carcere di San Sebastiano quando i lavori saranno conclusi ci saranno circa 18mila metri quadrati a disposizione del polo giudiziario che in un’unica sede ospiterà la procura, il tribunale di sorveglianza, gli uffici del tribunale civile e penale, il giudice di pace, l’ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti e soprattutto la sezione staccata della corte d’appello attualmente in via Budapest. Ma non basta: un’ala dell’ex carcere sarà destinata a luogo di incontro, di cultura e della memoria, una sorta di museo dedicato ai 150 anni della durissima vita dei detenuti. Un percorso ricco di emozioni di cui i sassaresi hanno avuto un potente assaggio nel marzo del 2014, quando San Sebastiano aprì le porte per la prima volta per "Giornate Fai di primavera" e venne letteralmente preso d’assalto da migliaia di visitatori che uscirono dalle sue mura colpiti al cuore.

A progettare il carcere fu nel 1857 l’architetto di Asti Giuseppe Polani, padre della strutture “cellulari” di Torino, Genova, Perugia, con Sassari che, dopo 15 anni di lavori in via Roma, chiuse la disumana galera di San Leonardo, che per cinque secoli aveva ospitato i detenuti in condizioni aberranti.

Accorpare in un’unica sede gli uffici giudiziari consentirà un risparmio in canoni di locazione per lo Stato di circa 1 milione e 700 mila euro all’anno. Uno dei tasti su cui l’amministrazione comunale sassarese ha molto battuto nel corso degli incontri che si sono succeduti al ministero della Giustizia e all’Agenzia del demanio diretta da Raggi. Ora l’ultimo passo, con il progetto che ha coinvolto la Soprintendenza e il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per Lazio-Abruzzo e Sardegna che sarà presentato domani. E i lavori che, una volta appaltati, si dovrebbero concludere in 24 mesi.

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