La Nuova Sardegna

Sassari

Dal digitale una speranza di lavoro

di Paoletta Farina
Dal digitale una speranza di lavoro

Quindici giovani selezionati nell’ambito del progetto di Unioncamere per rendere competitive le aziende sul web

18 maggio 2016
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SASSARI. Cinquecento euro in tasca per sei mesi e una porta aperta, almeno questa è la speranza, verso un’occupazione stabile. Grazie a competenze acquisite nel digitale che i giovani dovranno trasferire alle aziende, colmando così un gap che ancora impedisce l’internazionalizzazione delle nostre imprese. È questo in sintesi l’obiettivo di “Crescere in Digitale”, progetto finanziato dall’Unione europea e realizzato dal Ministero del Lavoro in collaborazione con Google e Unioncamere. Che punta a formare giovani «neet», che cioè non studiano e nemmeno lavorano, di età dai 18 ai 30 anni, per avviarli a tirocini in azienda. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma Garanzia Giovani, che finora non ha purtroppo dato i risultati sperati, ma che intanto continua a cercare la strada giusta per avvicinare le fasce giovanili al mercato del lavoro.

E ieri mattina, gli aspiranti tirocinanti provenienti da tutto il Nord Sardegna, dopo aver passato una dura selezione, erano alla Camera di Commercio per affrontare il momento decisivo: il colloquio con le imprese che hanno risposto all’appello. Una quindicina i ragazzi, venti i “datori di lavoro”. Emozionati e pieni di aspettative i primi, a caccia di giovani talenti i secondi. Un incontro tra due mondi che ancora faticano a ritrovarsi insieme. Non che il lavoro ai candidati sia completamente sconosciuto. Raccontano, con una certa amarezza, di aver fatto un po’ di tutto: dalla commessa al Servizio civile, ma anche di aver preso specializzazioni post laurea e frequentato corsi di lingua inglese per aumentare le loro competenze. Raffaella, 27 anni, unica candidata olbiese, laureata in giurisprudenza, una possibile carriera da avvocato su cui sta riflettendo, dice, toccando un tasto dolente: «Purtroppo l’esperienza ci sta facendo constatare che non servono i titoli, anzi, a volte sembrano essere un ostacolo». Sonia, ragioniera trentenne di Ploaghe, ancora in attesa di un impiego, e la coetanea Claudia, osilese, studi conclusi da sei anni in Scienze della comunicazione, affermano: «Stare in casa senza far niente è avvilente, ecco perché abbiamo puntato su questo progetto». E Martina, 29 anni, di Sorso, anche lei con una laurea in Beni culturali e antropologia in tasca: «Non nascondiamo di essere demoralizzati, ma allo stesso tempo continuiamo a metterci in campo aprendoci a tutte le possibilità». Nessuno di loro ha valutato finora di andare all’estero: «Non è semplice come può sembrare – dicono Martina e il portotorrese Samuel, 24 anni, una passione per l’informatica –. Non puoi fare la valigia da un giorno all’altro, a volte ci sono situazione personali che lo impediscono».

Dall’altra parte le aziende. Erano presenti diversi settori: il pastificio di Oschiri produttore di panadas, la società di consulenza della comunicazioni, la casa editrice, quella di produzioni televisive o di realizazione di siti web, e ancora di organizzazione di eventi o di preparazione ai test universitari. E anche l’hotel in Costa Smeralda. «Ho sempre lavorato con i giovani», afferma Francesco Pintus, di Composita, che fa consulenza nella comunicazione , autrice dello slogan «Sassari Bella Buona e Forte», utilizzato per il piano strategico dell’amministrazione Ganau –. Questo che viene offerto è un percorso interessante, ci auguriamo di scoprire capacità su cui investire ». C’era anche la Cna Gallura nelle postazioni dei colloqui: «Anche noi volevamo cogliere un’occasione importante ma purtroppo abbiamo rilevato una difficoltà che nasce dalal carenza di candidati galluresi. Il compenso mensile di 500 euro non può certo coprire le spese di una trasferta. Sulla necessità di allargare la platea di tirocinanti nel nostro territorio bisognerà lavorare, tramite il coinvolgimento dei Centri servizi per il lavoro e, magari, delle scuole».

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