La Nuova Sardegna

Sassari

L’inceneritore di carcasse diventa un caso a Chilivani

di Barbara Mastino
L’inceneritore di carcasse diventa un caso a Chilivani

L’impianto di trasformazione di prodotti di origine animale è stato autorizzato I cittadini ora temono per l’impatto ambientale e si mobilitano su Facebook

09 giugno 2016
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OZIERI. C’è aria di rivolta a Chilivani dopo la notizia dell’autorizzazione da parte della giunta regionale per la costruzione di un impianto di trasformazione di «sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano»: una sorta di “inceneritore” di carcasse, visto dai chilivanesi come ennesimo fattore di inquinamento. La notizia non è stata data ai quattro venti, ma è bastato un semplice sguardo al sito web della Regione, dato da un cittadino attento, per venire a conoscenza del parere favorevole di legittimità dato dalla Ras (sentito il parere dell’assessore all’Ambiente) al progetto, presentato dalla società Render per un impianto che dovrà essere realizzato nei capannoni della ex Convesa, nella zona industriale.

L’approvazione, visti i regolamenti Ue molto severi in materia (con regole che sono inasprite dopo l’esplosione dell’epidemia del morbo della mucca pazza), è dovuta passare attraverso una valutazione di impatto ambientale e ha dovuto ricevere il via libera anche dalla Provincia, ma è ormai un fatto compiuto, e i chilivanesi ora si chiedono quale sarà la sorte della zona industriale, che ospiterà l’ennesimo impianto a forte impatto ambientale, quali siano, se ve ne sono, le eventuali responsabilità dell’amministrazione e comunale e, soprattutto, se sia possibile evitare la realizzazione dell’opera, che ha un tempo di realizzazione di cinque anni. «In quel piccolo triangolo della zona industriale di Chilivani - dice Antonio Foddai, che si è fatto portavoce della protesta diffondendo per primo la notizia sul social network Facebook ma anche parlando personalmente con tanti chilivanesi - esistono già delle strutture che producono, checché se ne dica, sostanze inquinanti: Zinco Sarda, un impianto per la lavorazione di biomasse e uno per la produzione di bitume. Con questo nuovo impianto per la trasformazione di sottoprodotti di origine animale hanno completato l’opera. Ma hanno valutato che nelle immediate vicinanze esiste un'industria lattiero-casearia come l’Agriexport? Come mai non è stata data la dovuta pubblicità?». Chilivani ha reagito subito, e ora i cittadini chiedono di saperne di più, possibilmente attraverso un incontro pubblico con i tecnici dell’impresa e della Regione, con la Provincia e la Zir, con il Comune di Ozieri e i consiglieri di maggioranza e minoranza. «La misura è colma - dice ancora Foddai - e non siamo più disposti a farci mettere i piedi in testa mentre le nostre campagne vengono trasformate in bombe ambientali. Soprattutto perché siamo sicuri che, come sempre, l’opera non porterà reali ricadute in termini di posti di lavoro».

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