La Nuova Sardegna

Sassari

Discariche nelle crepe causate dal nubifragfio

Discariche nelle crepe causate dal nubifragfio

A Sorso il degrado ambientale dilaga nell’agro e nella pineta davanti al mare Le vie del centro sono abbandonate, tra i vecchi muri è cresciuto un fico

14 giugno 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SORSO. Dalla pineta costellata di spazzatura passando per l’agro tempestato di discariche fino ad arrivare alle case alberate del centro storico. È la fotografia a tinte fosche del territorio di Sorso scattata su uno sfondo di incuria e degrado. Il caso emblematico in vicolo Sechi, dove un fico selvatico prospera inerpicato alla facciata di un’abitazione.

Discariche. Vuoi per la vastità del territorio, vuoi per la mancanza di presidio per carenze d’organico croniche ma nelle campagne di Sorso la situazione è di continua emergenza. Gli sforzi dell’amministrazione comunale sono concentrati a evitare lo scempio delle isole di raccolta rifiuti. Ma gli interventi non stanno dietro alla realtà dei luoghi. Nella zona di Lu Barrili, il prolungamento di via Puggioni, i solchi scavati nella strada vicinale dalla furia del nubifragio - che si è abbattuto sulla Romangia il 18 giugno 2014 - vengono riempiti a colpi di scarti di edilizia. Chi siano gli autori resta un mistero. Ma alcuni proprietari della zona notano che i mucchi di piastrelle, mattoni e cemento sbriciolato crescono giorno dopo giorno.

La pineta. Se poi ci si sposta verso il mare, più precisamente nella pineta compresa tra le strade provinciali 25 e 81, in località Lu Padru, ci si imbatte in vere opere d’arte del degrado. La zona è frequentata dagli amanti delle passeggiate che però sono costretti a fare una corsa a ostacoli. Sì, perché ad accogliere il visitatore c’è una distesa di etichette dei Quattro Mori appiccicate a relativi vuoti a perdere marroncini: le bottiglie di birra in bellavista sulla sabbia sono decine. A fare da contorno ci sono bustoni pieni zeppi di immondizia indifferenziata di ogni genere.

In città. Per comprendere il livello di abbandono bisogna risalire verso la città. Le vie principali, dove transitano la maggior parte degli automobilisti, sembrano in ordine. Le donne e gli uomini del servizio civico lavorano in questi giorni agli impianti di irrigazione delle rotatorie stradali e il prato inglese è più lindo che mai. I problemi iniziano nelle vie meno battute, quartieri alti e bassi della città non sono immuni da degrado e sporcizia. Si inizia con il classico muschietto da marciapiede per continuare con qualcosa di più serio. Un caso emblematico è apprezzabile in pieno centro storico. Siamo in vicolo Secchi. Qui la situazione sembra sfuggita di mano. Tra le erbacce che crescono nelle facciate delle vecchie palazzine spunta fuori anche un albero. Si tratta di una pianta di fico che si potrebbe definire “centenaria”. E infatti, sul web c’è chi la definisce «arte dell’abbandono» e spera in un intervento prima che l’albero invada completamente la strada.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative