La Nuova Sardegna

Sassari

La politica chiede chiarezza sul nuovo impianto di Chilivani

di Barbara Mastino
La politica chiede chiarezza sul nuovo impianto di Chilivani

Il capogruppo di minoranza Nanni Terrosu: «Vogliamo un’assemblea pubblica e rassicurazioni» Lo stabilimento produrrà olio da carcasse animali, i residenti temono l’inquinamento ambientale

17 giugno 2016
2 MINUTI DI LETTURA





OZIERI. Condivisione anche da parte della “politica” alle perplessità dei residenti e degli imprenditori di Chilivani in merito alla realizzazione di un impianto di trasformazione di «sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano» che ha già suscitato tante polemiche nei giorni scorsi. Alcuni chiarimenti giungono dai componenti della commissione comunale Attività Produttive presieduta da Marco Murgia (dove se ne è discusso qualche giorno fa, come accennato ieri su queste pagine dove però erroneamente si parlava di una segnalazione presentata in consiglio comunale: un errore del quale ci scusiamo con i lettori e gli interessati), e in particolare dal capogruppo della minoranza Ozieri Domani Nanni Terrosu, che come componente della commissione fornisce un riassunto della lunga vicenda, iniziata due anni fa «allorquando - dice Nanni Terrosu -, in sede di assemblea pubblica aperta alla cittadinanza, i tecnici della ditta che ha presentato il progetto avevano assicurato la massima trasparenza e promesso che avrebbero chiarito tutti i nostri dubbi». In quella sede si era assistito alla presentazione del progetto, che in prima battuta prevedeva unicamente la realizzazione di un impianto di produzione di energia alimentato da oli di origine animale, prevedendo l’importazione degli stessi da altre regioni, e che poi si è ampliato (da qui la richiesta del Via della Regione) prevedendo anche un impianto per la trasformazione in olio delle carcasse animali. «Le nostre non erano e non sono perplessità sulle procedure - dice Terrosu - che in effetti appaiono ineccepibili, piuttosto sulla effettiva economicità dell’impianto. Non abbiamo visto un piano economico, non si è parlato di posti di lavoro, si è solo detto che l’impianto non è inquinante e che avrà “ricadute positive”. Ma quali ricadute - chiede Terrosu - si potranno avere da una struttura che dovrà alimentarsi con materiali (i rifiuti animali) che da noi scarseggiano? O dobbiamo pensare che l’intera impresa si basi unicamente sui contributi pubblici del conto energia che tra qualche anno non esisteranno più?». Dubbi che sono gli stessi espressi dai residenti e imprenditori di Chilivani (che temono anche problemi di inquinamento) che attendono, come la stessa commissione Attività Produttive, le risposte che in due anni non sono arrivate. «La conferenza di servizi per discutere del progetto è stata poco “pubblicizzata” - dice Terrosu - e si è tenuta praticamente a porte chiuse: niente a che vedere con l’assemblea pubblica che noi adesso, come commissione, richiediamo. Ci forniscano gli adeguati chiarimenti, altrimenti saremo autorizzati a pensare che si tratta dell’ennesimo progetto che sfrutterà il territorio senza creare prospettive».

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative