La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, la chiesa delle periferie è realtà

di Gavino Masia
Porto Torres, la chiesa delle periferie è realtà

Dopo un’attesa durata più di 40 anni, consegnate le chiavi dello Spirito Santo Il parroco don Salvatore Ruiu che fondò la parrocchia nominato monsignore

20 giugno 2016
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PORTO TORRES. L’arcivescovo di Sassari Padre Paolo Atzei ha firmato sabato il decreto di nomina di monsignore a don Salvatore Ruiu e ieri pomeriggio ha consegnato le chiavi della nuova chiesa dello Spirito Santo allo stesso sacerdote che ha tenuto a battesimo una periferia di oltre diecimila residenti.

C’era davvero tanta gente dentro e fuori il nuovo edificio di culto a seguire il momento della Dedicazione della nuova chiesa: un rito preceduto dalla processione, cominciata partendo dal vecchio edificio, e culminato con il solenne ingresso nella grande porta dove capeggia la scritta “Veni Sancte Spiritus” (Vieni Spirito Santo). Una volta all’interno della nuova chiesa, il vescovo ha benedetto l’acqua per aspergere il popolo in segno di penitenza e in ricordo del Battesimo. Poi la liturgia della parola, con le due letture, quindi il Vangelo secondo Giovanni dove Padre Paolo ha ripercorso le genesi del nuovo edificio, ringraziando tutte le persone che si sono adoperate nel tempo per costruire il tempio di Dio.

«L’opera sarà collaudata dal tempo e dalla fede cristiana – ha detto –, e devo ringraziare di cuore don Salvatore, la sua grande comunità, don Pierangelo Muroni e tutti i preziosi collaboratori che si sono dimostrati umili servitori della chiesa». Un momento emozionante la deposizione delle reliquie dei Santi e dei Martiri sotto l’altare - i Protomartiri Turritani Gavino Proto e Gianuario, Beata Gianna Berretta Molla, Santa Maria Goretti, Beata Madre Teresa di Calcutta e Santo Giovanni Paolo II - insieme al mattone della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano.

Dopo la preghiera di Dedicazione, l’arcivescovo si è recato all’altare con due diaconi, e al termine dell’unzione ha consegnato al parroco il vasetto del crisma e insieme hanno unto le pareti della chiesa segnando dodici croci distribuite lungo le pareti. Una lunga cerimonia seguita dalle oltre millecinquecento persone che hanno partecipato alla funzione religiosa (fuori c’era un maxischermo), in onore del parroco diventato monsignore che ha visto coronare il suo sogno dopo circa mezzo secolo di opera pastorale tra fedeli di tutte le età.

Ieri i parrocchiani hanno potuto anche ammirare le opere della nuova chiesa - tra cui il marmo di Orosei, lungo 8 e alto 5 metri, dove sono rappresentati i dodici Apostoli, la Madonna e le lingue di fuoco dello Spirito Santo - e l’area presbiteriale illuminata da una grande vetrata, che riceve luce da oriente ed è in direzione della chiesa di Balai. Tutto curato nei minimi particolari, comunque, dove la narrazione dell’opera mette in evidenza il carattere rievocativo di una ricostruzione artistica dove spiritualità e materia convivono.

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