La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme in Basilica, cedono i marmi del portale maggiore

di Gavino Masia
Allarme in Basilica, cedono i marmi del portale maggiore

Ulteriori segni di degrado per il monumento romanico I pezzi lapidei si sono fracassati davanti all’ingresso

05 luglio 2016
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PORTO TORRES. Il degrado strutturale della Basilica di San Gavino sta diventando sempre più preoccupante dopo il distacco di materiale lapideo dalla cornice modanata nella parte superiore del portale gemino. Il crollo di oltre 20 centimetri di frammento della parte muraria sopra l’ingresso della chiesa romanica è accaduto venerdì, e la caduta dei detriti poteva anche causare danni all’incolumità delle persone. Del crollo è stato avvertito immediatamente il parroco di San Gavino, don Mario Tanca, che a sua volta ha inviato mail alla Soprintendenza ai Beni culturali e all’ufficio Beni culturali della Diocesi di Sassari.

«Di questo crollo ho interessato ufficialmente anche il Consiglio pastorale - ha detto don Tanca -, descrivendo i diversi problemi che si stanno creando con il distaccamento di pietre dalla muratura della Basilica, che stanno allarmando sia la parrocchia sia il Centro studi San Gavino».

Le avanzate condizioni di degrado nelle quali versa il paramento esterno è sottolineato anche dall’epigrafista Giuseppe Piras, vicepresidente del Centro studi, perché stavolta a essere interessata dal crollo non è più una parte pertinente ai restauri eseguiti nel secolo scorso, bensì una porzione di età catalano-aragonese che risale alla fine del Quattrocento. «Quest’ultimo distacco poi - aggiunge - è di proporzioni tali che il danno è chiaramente visibile a occhio nudo: verso l’abside orientale dieci giorni fa è venuta giù un’ampia parte che ha riportato alla luce l’estremità di uno dei tiranti in ferro fatti porre dall’ingegner Dionigi Scano agli inizi del Novecento, per sopperire all’eliminazione dei contrafforti decisa durante i restauri».

La settimana scorsa si è invece aperta una fenditura nel segnale trigonometrico inserito nella fronte orientale della Basilica, con successivo distacco. La parrocchia ha informato diverse volte pure la Soprintendenza ai Beni architettonici sui problemi all’esterno e all’interno della più grande chiesa romanica esistente nell’isola, attraverso lettera, e a quanto pare c’è stato un sopralluogo informale da parte di alcuni funzionari dell’Ente che si occupa dei monumenti. Serve un progetto che preveda un costante monitoraggio delle condizioni del monumento, del decadimento del materiale impiegato nelle sue murature e un successivo intervento di restauro con personale altamente qualificato delle parti decorative profondamente degradate, che altrimenti andranno perdute definitivamente. Azioni non contemplate nell’ultimo restauro eseguito, quello finanziato dal Por Sardegna 2000-2006 col progetto “Cattedrali di Sardegna”, ecco perché si rende necessario un nuovo progetto ad hoc per salvare uno dei simboli della città.

«Ho chiesto all’architetto che si deve occupare del progetto di illuminazione della Basilica - conclude don Tanca -, con sistema a led che prevede l’efficientamento energetico, di integrarlo comprendendo anche gli interventi che destano maggiore preoccupazione: infiltrazione di acqua piovana e calcinacci dei parimenti che stanno cadendo».

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