La Nuova Sardegna

Sassari

Utenti morosi per povertà ma Abbanoa toglie l’acqua

di Gavino Masia

L’azienda regionale si è rimangiata le promesse fatte solo qualche mese fa L’associazione Civiltà è Progresso critica il mancato intervento del Comune

26 luglio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. La guerra di Abbanoa contro gli utenti turritani non conosce davvero soste dopo lo slaccio dell’acqua ad alcuni nuclei familiari che vivono un momento di gravissima crisi economica. La scure dell’ente gestore si è abbattuta inesorabilmente nei giorni scorsi contro diversi morosi – al contrario di quanto promesso mesi fa ad associazioni, cittadini e amministratori –, fra i quali vi sarebbero famiglie indigenti con bambini non in grado di pagare le bollette.

Un provvedimento drastico in una città che deve fare i conti con la crescente disoccupazione, nonostante esista una lista di utenti con fatturazioni raccolta dall’associazione “Civiltà e Progresso” e consegnate diversi mesi fa all’amministrazione comunale per cercare di porre rimedio.

Sulla vicenda c’è un durissimo commento del consigliere sardista Davide Tellini nei confronti di Abbanoa e dell’amministrazione, che cita una risoluzione dell’Onu del 2010 che sancisce il diritto all’acqua per tutti, anche per chi non può pagare, e che rende i provvedimenti di Abbanoa illegittimi.

«Mesi fa avevo presentato una mozione consiliare che andava nella direzione di evitare questi slacci vergognosi – ricorda Tellini –, l’avevo praticamente tratta dal sito nazionale del Movimento 5 Stelle ma la maggioranza pentastellata respinse tale proposta: sarebbe ora che questa amministrazione cominciasse sul serio a tutelare i cittadini». Sui social è comparsa una lettera indirizzata al sindaco Sean Wheeler dalla presidente di “Civiltà è Progresso”, Alba Rosa Galleri, che ha raggiunto gli oltre 200mila accessi e ripercorre tutta la vicenda dell’ultimo anno proprio sul tema degli slacci da parte di Abbanoa.

Nell’elenco dei morosi consegnata al Comune ci sono casi veramente critici, ossia utenti indigenti ai quali vengono richieste diverse migliaia di euro per consumi pregressi, in parte prescritti, che non si sa come affrontare perché l’interlocuzione con Abbanoa avviene solamente per via telematica perché anche l’altra promessa di avere uno sportello in città è risultata nulla. Nei mesi scorsi Abbanoa ha inviato una fattura di circa 8mila euro a un disoccupato e assistito dai Servizi sociali, a cui è stata interrotta l’erogazione dell’acqua senza alcun preavviso. La squadra dell’ente gestore, per accedere ai contatori, ha suonato il campanello di un altro condomino e ha messo i sigilli ai tubi dell’utente moroso. Eppure lo scorso dicembre si era aperto uno spiraglio per gli utenti in situazione di disagio economico che non possono far fronte ai pagamenti delle bollette di Abbanoa: l’ex vicesindaco Sebastiano Sassu aveva assicurato che gli utenti in possesso di quei requisiti, potevano richiedere ai Servizi sociali l’attivazione della procedura di blocco degli slacci.

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative