La Nuova Sardegna

Sassari

Elisabetta Sanna sugli altari davanti a diecimila fedeli

di Antonio Meloni
Elisabetta Sanna sugli altari davanti a diecimila fedeli

La macchina organizzativa è in pieno movimento Il 17 settembre solenne cerimonia nella basilica di Saccargia

19 agosto 2016
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SASSARI. Da contadina a beata, da Codrongianos a Roma, una straordinaria storia di fede che dopo una lunga istruttoria tra un mese culminerà con la tanto attesa beatificazione. La macchina organizzativa è già in movimento.

Dopo circa 160 anni, si conclude degnamente la vicenda spirituale della venerabile Elisabetta Sanna che sarà beatificata il prossimo 17 settembre durante una solenne cerimonia nella basilica di Saccargia. Un evento straordinario che travalica l’aspetto religioso per caricarsi anche di indubbio valore sociale e storico.

Per comprendere a pieno il senso di questo importante avvenimento, basta ragionare sui numeri se è vero che a Codrongianos sono attese non meno di diecimila persone da ogni parte della Sardegna, dalla penisola e perfino dall’estero. Per l’occasione, oltre al capitolo turritano, presieduto dall’arcivescovo padre Paolo Atzei, ci saranno i vescovi delle diocesi sarde, le parrocchie, le associazioni religiose e migliaia di fedeli. La funzione sarà officiata da duecento celebranti alla presenza del cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nonché rappresentante diretto di Papa Francesco. A lui, padre Paolo, durante la funzione solenne, rivolgerà, secondo il rito, la fatidica richiesta di proclamare beata la venerabile Elisabetta Sanna da Codrongianos.

Per organizzare al meglio ogni aspetto di questo evento imponente sono state istituite cinque commissioni, presiedute da monsignor Giancarlo Zichi, alle quali è stato affidato il compito delicato di mettere in moto la macchina organizzativa che dovrà prevedere e affrontare ogni problema fino alla celebrazione del rito. È stata anche istituita una segreteria generale alla quale faranno capo i responsabili delle commissioni competenti per materia. Niente sarà affidato al caso, dalla liturgia alla comunicazione, dagli aspetti culturali alla logistica fino alle questioni di carattere economico con l’obiettivo di realizzare al meglio un evento che per importanza è analogo alla recente beatificazione di padre Francesco Zirano.

Le commissioni sono già al lavoro da qualche settimana e a Codrongianos è stata istituita anche una segreteria organizzativa che collaborerà alla buona riuscita di questa imponente celebrazione. Un primo sopralluogo di carattere tecnico, con gli esperti delle istituzioni competenti, prima fra tutte la prefettura, è stato fatto lo scorso mese di luglio. Le infrastrutture relative alla celebrazione, compresi cinquemila posti a sedere, saranno installate in un’area all’aperto di fianco alla Basilica, per fare in modo che la splendida chiesa romanica costituisca lo sfondo ideale della funzione religiosa.

A supportare l’attività delle commissioni è stato reclutato un piccolo esercito di oltre seicento volontari con l’incarico di indirizzare, e nel caso anche di accompagnare, le migliaia di fedeli che parteciperanno alla funzione. Unitamente alle questioni di carattere tecnico-organizzativo, lavora a pieno ritmo anche il comitato sardo per la beatificazione, presieduto dall’avvocato Gianfranco Casu.

Ieri è arrivato a Sassari padre Jan Korycki, il sacerdote pallottino postulatore della causa di beatificazione che da più di 26 anni studia il caso della venerabile di Codrongianos. Quella di Elisabetta Sanna – alla quale, fra l’altro, è attribuita anche la guarigione di una giovane brasiliana – è una vicenda di fede autentica e genuina.

Nata a Codrongianos il 23 aprile 1788, a tre mesi, a causa del vaiolo, perde l’uso delle braccia. Sposata, alleva cinque figli e nel 1825, rimasta vedova, fa voto di castità. Animata da una fede straordinaria, nel 1831, si imbarca per un pellegrinaggio in Terra Santa, ma per una serie di circostanze resterà a Roma, dove si dedica totalmente alla preghiera e all’assistenza dei malati incurabili e dei poveri. Si iscrive all’Unione dell’Apostolato cattolico di San Vincenzo Pallotti, suo direttore spirituale, e la sua abitazione diviene presto un santuario di fede e carità. Muore a Roma il 17 febbraio 1857, nel giugno dello stesso anno si apre il processo per la sua beatificazione.

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