«Consorzio di bonifica, basta bollette impazzite»
Il presidente dell’ente Diego Pinna polemico sull’obbligo imposto dalla Regione «In soli due anni si è passati da 208 euro all’ettaro alla vertiginosa cifra di 331»
OZIERI. «La Regione intervenga per frenare l’aumento dei ruoli a carico degli utenti del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna». A chiederlo è lo stesso presidente dell’ente consortile Diego Pinna, che lamenta l’obbligo imposto dalla Regione di aumentare i costi a carico dei consorziati dopo che, per anni, quelli corrisposti nei comprensori del Nord Sardegna era stato i più bassi dell’isola. Sino al 2014 il ruolo a carico di ogni consorziato si attestava intorno ai 208,48 euro per ettaro mentre adesso ha raggiunto la vertiginosa cifra di 331.51 (245,90 euro più i contributi istituzionale e manutenzione pari a 91.61 euro).
«Si è al massimo storico - dice il presidente Pinna - e infatti noi come altri amministratori consortili abbiamo richiesto alla Regione l’abbattimento di tali costi a carico degli utenti, da coprire con fondi regionali (in particolare quelli della legge 5 del marzo 2015, articolo 31 comma 3, la cui dotazione e’ di 5 milioni) per evitare di gravare ulteriormente sulle spalle degli agricoltori già in pesante crisi». Nel frattempo infatti i mancati introiti e contributi da parte della regione nel triennio di 2013-2014-2015 hanno raggiunto la somma di oltre un milione e 600 mila euro, tagli che si sono riversati sui consorziati sempre per indicazione della Regione, che mentre indica come quota massima da imporre 260 per euro di fatto non interviene a sostegno dei Consorzi che sono costretti a chiedere di più.
«Le risorse disponibili per legge - dice Pinna - sarebbero sufficienti per poter soddisfare anche la richiesta del nostro consorzio, che è stata quantificata in circa 800 mila euro». Senza contare, dice ancora Pinna, che il Consorzio del Nord Sardegna ha raggiunto quegli obiettivi di «economicità ed efficienza» che dovrebbero far aver diritto ai benefici della premialità derivante dall’articolo 8 della legge regionale 6/2008 che attribuisce contributi ai consorzi virtuosi.
«Se la Regione non si farà carico delle somme eccedenti di un ruolo che essa stessa ha indicato per tutto il territorio sardo in 260 euro a ettaro - dice Diego Pinna - saranno guai seri per i nostri agricoltori, che com’è noto stanno affrontando i gravi problemi della categoria che derivano da una non adeguata remunerazione del latte e dei prodotti che in genere provengono dal mondo agricolo. Anche la soglia dei 260 euro a ettaro, poi, ci sembra quanto meno opinabile nel contesto socio-economico del nostro territorio, sicuramente diverso da quello più produttivo dell’Oristanese e del Campidano».