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Sassari, sospetti sul furto di pc allo Spano. Ora arrivano nuove idee e aiuti

di Gianni Bazzoni
Sassari, la polizia davanti al liceo scientifico Spano
Sassari, la polizia davanti al liceo scientifico Spano

Gli studenti e i genitori accolgono l’invito alla riflessione della dirigente: computer da recuperare La start-up Qubica si offre gratuitamente per creare un’aula multimediale gestita da un server

29 settembre 2016
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SASSARI. Dopo il duro colpo del secondo furto dei pc in pochi mesi, il liceo scientifico Spano si mobilita e mette in campo tutte le sensibilità di cui dispone per fronteggiare la situazione critica che si è venuta a creare a scuola.

La decisione della dirigente Maria Paola Curreli di non ricomprare i computer portati via dai ladri - grazie anche a una evidente collaborazione dall’interno dell’istituto, perché una finestra è stata lasciata aperta - ha avviato un dibattito dentro e fuori la scuola. I ragazzi e anche parecchi genitori si sono messi in moto e l’obiettivo è quello di promuovere iniziative che consentano di mettere insieme le risorse necessarie per riacquistare i pc che - come si sa - servono per il funzionamento delle lavagnette interattive.

Il momento è delicato, perché comprare ciò che è stato rubato non è sufficiente. Le scuole non sono certo delle banche, hanno risorse minime e devono fare grandi sacrifici per andare avanti. Oggi acquistare i pc potrebbe anche solo voler dire “rifornire i ladri”, come è stato detto. La banda infatti ha un percorso ormai collaudato e conta su complicità (che devono essere ovviamente individuate) che ne hanno facilitato il compito.

Affrontare il problema, questo è l’impegno generale. E ciò significa anche capire quali sono e perché esistono forze interne alla scuola che hanno scelto di aiutare i ladri di computer. Ragionare sul disagio, qual’è e come si sviluppa, e quali contributi possono essere dati sotto forma di aiuto.

Si va avanti con responsabilità, dunque. L’idea è quella di valutare le diverse proposte (tra queste la possibilità di ritirare tutti i giorni i pc e sistemarli in ambienti blindati) e di cambiare alcuni aspetti organizzativi.

Intanto, una proposta arriva dall’esterno della scuola. Da una start-up innovativa che si chiama “Qubica”. Il gruppo di lavoro si occupa di recuperare vecchi pc per un nuovo utilizzo con sistemi operativi moderni. Una soluzione che potrebbe consentire di creare un’aula moderna allo Spano servendosi di computer datati donati da altri enti o dalla popolazione.

«Già qualche anno fa era successo qualcosa di analogo al liceo Marconi – racconta Francesco Cresci, dell’ufficio marketing Qubica – e allora pur volendo non riuscimmo a intervenire per carenza di risorse. Ora però il progetto è maturo e abbiamo quindi deciso di contribuire».

“Qubica” ha avuto un contatto con la dirigente Maria Paola Curreli: «Mettiamo a disposizione e a titolo gratuito, un server centrale potente che può gestire un numero di pc uguale a quello rubato. Chi intende rispondere all’appello può donare vecchi pc o portatili che noi trasformeremo grazie alla nostra tecnologia. É un modo per restituire qualcosa di ciò che abbiamo ricevuto nel tempo da parte di chi ha creduto nel nostro progetto».

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