La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, la donna che ha accoltellato il marito tenta il suicidio

di Salvatore Santoni

Sorso, la 50enne accusata di tentato omicidio presa dai rimorsi ha preso 50 pastiglie di antiepilettici

30 settembre 2016
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SORSO. Cinquanta pasticche per scomparire e dimenticare. Michela Gioia, la donna accusata di omicidio aggravato per aver accoltellato il marito, Giovanni Pulino, tre notti fa ha deciso di farla finita tentando il suicidio all'interno della sua abitazione, dove si trova agli arresti domiciliari La donna è stata salvata grazie all'intervento dell'ex compagno, dei carabinieri di Sorso e del 118. Ora si trova ancora ricoverata sotto osservazione nel reparto di Medicina d'urgenza del Santissima Annunziata di Sassari.

È passata da poco la mezzanotte di mercoledì. Michela Gioia è confinata a casa. È tormentata dal rimorso e pentita di un gesto che non si dimentica. La notte ha appena aperto un baratro nella sua coscienza. Lei tenta di riempire quel vuoto con un pugno di antiepilettici. Qualche minuto e inizia a spegnersi lentamente. Ma le resta ancora quel poco di lucidità che le permette di ripensarci. E per fortuna chiama l'ex compagno. Agguanta il telefono tra le mani, compone il numero. Lui risponde e lei si sfoga. Gli racconta che vuole farla finita e che cosa ha buttato giù in fondo allo stomaco. Lui capisce tutto e subito. Riattacca e dà l'allarme chiamando il 118. E poi prende per mano la sua compagna e si precipita a casa dell'ex. È una corsa contro il tempo.

Nella casetta di campagna arrivano anche i carabinieri della stazione di Sorso, guidati dal comandante Alessandro Masala, e un'ambulanza di Sardegna emergenza che arriva da Sennori.

All'arrivo dei soccorritori la donna è in stato confusionale ma ancora cosciente. Ai militari racconta che voleva farla finita. Troppa disperazione. Troppi rimorsi. Troppa depressione. In casa si contano le scatole vuote dei farmaci e ci si rende conto della gravità della situazione. I paramedici caricano la donna a bordo dell'ambulanza e la trasportano a sirene spiegate al Santissima Annunziata di Sassari, dove si trova ancora ricoverata sotto stretta osservazione nel reparto di Medicina d'urgenza.

Dopo essersi sottoposta a interrogatorio davanti al gip di Sassari, Michele Contini, la donna è finita agli arresti domiciliari, dove si trovava quando ha tentato il suicidio.

Nei prossimi giorni, l'avvocato che segue la sua difesa, Francesco Cubeddu di Sassari, probabilmente si confronterà con il pubblico ministero che segue l'inchiesta, Mario Leo, per trovare una soluzione che consenta alla donna di avere un supporto adeguato alla situazione.

Michela Gioia non si perdona del grave errore che ha commesso colpendo il marito. Ora è pentita e amareggiata. Sta male e non riesce a uscirne. Lo ripete a sé stessa, lo dice al suo avvocato: «Non volevo che andasse così».

Ma quei due fendenti, che venerdì 23 settembre sono partiti dalla sua mano, forse per disperazione o forse «per difendermi», come ha detto lei stessa al giudice durante l'interrogatorio di garanzia, stavano per costare la vita al marito, Giovanni Pulino.

E tre notti fa i rimorsi per quel gesto stavano per costare la vita anche a lei.

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