La Nuova Sardegna

Sassari

Dai dischi alla musica digitale, oggi “Sassari record store”

di Gian Mario Sias
Dai dischi alla musica digitale, oggi “Sassari record store”

Alla libreria Dessì dibattito sull’epocale cambiamento vissuto dai negozi con l’avvento di Internet Un evento nato dall’idea di Gianni Lubinu e Luigi Frassetto: «Ricordiamo una città che non c’è più»

04 ottobre 2016
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SASSARI. «La musica sentimentale ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza». È una delle più abusate citazioni di Rob, il trentacinquenne protagonista di Alta fedeltà, il più celebre romanzo dello scrittore londinese Nick Hornby, interpretato al cinema da John Cusack per la regia di Stephen Frears. Ma per quanto abusata, è una frase che si avvicina molto al senso di “Sassari record store – Storie di musica e di plastica”.

Oggi alle 20 alla libreria Dessì di largo Cavallotti terrà banco un dibattito che sa di nostalgia, ma che in realtà parla di cambiamenti, di tecnologia, di prospettive e di opportunità, anche se con lo sguardo rivolto con emozione a un passato in cui la fruizione della musica aveva tutt’altri tempi, spazi, luoghi e rituali. L’evento di stasera nasce da un’idea di Gianni Lubinu e Luigi Frassetto, musicisti sassaresi, al centro di alcuni dei più interessanti progetti che la scena locale abbia proposto negli ultimi anni. Dalle chiacchiere al bar o in sala prove, i due sono partiti per sviluppare l’idea di un dibattito dedicato all’analisi di un cambiamento epocale nella distribuzione della musica: il passaggio dal negozio di dischi all’avvento di internet e dei digital stores. Al dibattito prendono parte alcuni dei principali negozianti attivi a Sassari fra la fine degli anni Ottanta e i giorni nostri. Da Antonio Abbotto di Pibus a Vanni Spanu delle Messaggerie Sarde, da Angelo Pingerna di Goody Music ad Aldo Gallizzi di Musica al centro e Enzo Gullace di Griscenko, tra ricordi personali e riflessioni sociali, il negozio di dischi sarà rievocato come quell’agorà che è stata per quelle generazioni, una piazza pubblica in cui discutere e scambiare gli input musicali più diversi. Per non parlare della figura del negoziante, spesso vero e proprio maestro di musicofilia, capace di forgiare coi suoi consigli intere generazioni di appassionati.

Proprio come in “Alta fedeltà”, fra curiosità, bizzarrie e aneddoti, sarà anche l’occasione per riflettere su una Sassari che non c’è più, rievocata – questa sì – con nostalgia. Una Sassari diversa, culturalmente vivace e attiva. L’iniziativa è aperta ai “consumatori” di musica di tutte le età. Come spiegano gli organizzatori, «voltare lo sguardo verso il passato ha senso solo se può essere utile a intervenire positivamente sul presente, dando più significato e sostanza all’esperienza della musica e alla sua condivisione». Come quei pomeriggi interi passati in un negozio ad ascoltare, a farsi consigliare, a comprare musica, cosa che oggi sostanzialmente non avviene più. Se il panorama musicale sassarese è stato sempre così vivace, con ogni probabilità lo si deve anche a quegli avamposti in cui due chiacchiere, qualche consiglio e ascolti insoliti erano pratiche altrimenti impossibili.

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