La Nuova Sardegna

Sassari

Razzismo a Sassari, nel campetto di calcio nuove scritte xenofobe

di Luigi Soriga
Razzismo a Sassari, nel campetto di calcio nuove scritte xenofobe

Riecco le frasi: «Il Monte ai Sassaresi» e «Per voi il business, per noi invasione». Nel quartiere l’intolleranza nei confronti dei migranti è molto preoccupante

06 ottobre 2016
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SASSARI. Senza un sistema di videosorveglianza non sarà semplice vincere la battaglia contro l’imbecillità e l’intolleranza. Nel campetto di calcio via Manzoni sono ricomparse le scritte xenofobe: «Il Monte ai Sassaresi». E ancora: «Per voi business, per noi invasione». È svelto armare una bomboletta spray e sbrodolare razzismo su un muro. Un lavoro di tre minuti contati, al buio e nell’anonimato. Ben più dispendioso, invece, l’intervento da parte dell’amministrazione comunale, che ancora una dovrà spendere soldi pubblici per ridipingere le gradinate del campetto e cancellare i segni dell’inciviltà.

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Purtroppo però quei muri sono una perfetta cartina di tornasole del clima che si respira al Monte Rosello Alto, dove il razzismo impregna i discorsi quotidiani di molti residenti. La convivenza tra gli abitanti del quartiere e il centro di accoglienza dei migranti di via Planargia, con i suoi 160 inquilini, sta diventando sempre più difficile. Frasi come «sono troppi, non li vogliamo», «buttiamoli fuori a calci», «rispediamoli tutti a casa loro», «a noi niente, a loro tutto» costituiscono il repertorio più ricorrente quando il discorso si avventura sul tema dell’accoglienza. Il Monte è un rione con enormi problemi di carattere sociale ed economico, e l’intolleranza è facile che attecchisca in un contesto di profondo disagio. E basta farsi una chiacchierata con una larghissima fetta di residenti, per percepire il fastidio nei confronti dei migranti, un pregiudizio che scava solchi incolmabili e rende complicatissima l’inclusione. Questo lo si vede chiaramente quando una mamma non ha la minima remora nel puntare il dito contro gli extracomunitari, affermare che sono gente pericolosa, e che bisogna cacciarli tutti. E lo dice davanti ai propri bambini. Significa che l’esasperazione è a cinque tacche, e dopo questa ruvidità verbale ci sono solo le scritte sui muri e la violenza.

Il circolo comprensivo del Monte Rosello Alto si sta muovendo per organizzare iniziative finalizzate all’integrazione, alcune associazioni stanno collaborando, nel campo di calcetto i migranti hanno giocato diverse volte assieme ai ragazzini sassaresi, lanciando un bel messaggio di amicizia e distensione.

Ma per sdradicare una xenofobia a cinque tacche, che sui social raggiunge livelli da Ku Klux Klan, la strada è ancora molto lunga.

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