La Nuova Sardegna

Sassari

Via Pozzomaggiore, Abbanoa chiede un piano di rientro

L’amministratore Ramazzotti: «Siamo pronti a collaborare Ci sono 2 milioni di euro spendibili per famiglie in difficoltà»

10 ottobre 2016
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SASSARI. «Il caso dei condòmini di via Pozzomaggiore si può risolvere con un piano di rientro dei debiti accumulati nei confronti di Abbanoa, con l’intervento del Comune che dovrà verificare se la morosità è dovuta a situazioni di disagio sociale oppure no e intervenire per quello che sarà necessario. Deve passare il principio che il servizio idrico si paga e che non siamo noi i cattivi». L’amministratore unico Alessandro Ramazzotti mette in chiaro che alla vicenda delle 134 famiglie di Baddimanna si può mettere fine se tutte le parti coinvolte, inquilini in primis con i loro amministratori, faranno la loro parte. E si dice disponibile a collaborare mentre non accetta l’imposizione di riaprire i rubinetti partita dal Comune di Sassari. «Perchè le ordinanze salvamorosi sono illegittime, come hanno già sentenziato più volte i giudici del Tar».

Intanto l’amministratore propone una soluzione che può essere adottata anche domani,afferma «Ci sono 2 milioni 300mila euro immediatamente spendibili previsti in tariffa e da destinare alle politiche sociali – spiega Ramazzotti –, cioè che servono per coprire i costi delle bollette alle famiglie in difficoltà. Il cosiddetto bonus idrico, insomma, adottato già lo scorso anno in tante Regioni. Manca però un percorso, per quanto riguarda la Sardegna, per decidere a chi e con quali criteri questo bonus deve essere erogato. Spetta all’Egas regolamentare la materia, compreso il fatto se possa essere utilizzato in caso di morosità». L’Egas di cui è presidente proprio il sindaco Nicola Sanna.

Nel frattempo gli obblighi per gli inquilini, è il succo dell’amministratore, restano. Come prescrive la legge spetta all’amministratore di condominio suddividere gli importi tra gli inquilini in base ai consumi e ai periodi di residenza. E deve essere tenuta una precisa contabilità necessaria ad avviare le azioni di recupero credito nei confronti dei singoli condòmini morosi. «Nel caso di via Pozzomaggiore, almeno quanto effettivamente riscosso sarebbe dovuto essere versato ad Abbanoa – spiega Alessandro Ramazzotti –. Tutto ciò non è avvenuto se dal 2011 fino allo slaccio, nonostante una regolare fatturazione, non è stato effettuato alcun pagamento. Eppure i singoli appartamenti del condominio sono dotati di contatori privati. Gli amministratori di condominio e lo stesso Comune sarebbero dovuti essere in grado di sapere esattamente quanto ciascuno ha consumato e quindi suddividere gli importi per ogni singola famiglia e in base al periodo di residenza: eppure tutto questo non è stato fatto. E avrebbero potuto intervenire autonomamente sui condòmini morosi, eseguendo gli slacci mirati ed effettuando un’azione di recupero credito».Così il condominio di via Pozzomaggiore, ricorda Alessandro Ramazzotti, ha accumulato una morosità di 160mila: una media di due fatture all’anno con importi medi annui di 147 euro per unità abitativa. Al mancato pagamento delle bollette erano seguiti innumerevoli solleciti e preavvisi di slaccio. Nemmeno gli accordi presi quest’estate con il Comune sono stati rispettati. E intanto Abbanoa continua a garantire il servizio fognario e depurativo. «Mi chiedo che senso abbia il richiamo a disposizioni dell’Onu, fatto per popolazioni dell'Africa che non hanno l’accesso a laghi o fiumi. In via Pozzomaggiore l’acqua sta arrivando con l’autobotte del Comune».

«Noi le nostre proposte per creare allacci singoli o in alternativa un servizio di riparto le abbiamo fatte – chiude Ramazzotti –. La scorsa estate i nostri tecnici hanno eseguito sopralluoghi assieme ai referenti comunali per verificare la possibilità tecnica di realizzarli. Ipotesi che, comunque, sono percorribili soltanto dopo aver avviato un percorso di regolarizzazione: pagamento del 40 per cento e dilazione del resto dell’insoluto come previsto dal regolamento. Bisogna distinguere tra chi non paga perché è in difficoltà e chi invece non salda i debiti, è questione di giustizia».

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