La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio Dore, il giudice chiama i genitori del killer

di Valeria Gianoglio
Omicidio Dore, il giudice chiama i genitori del killer

Riaperta l'istruttoria a otto anni daldelitto di Gavoi. Il marito della vittima condannato in primo grado all'ergastolo come mandante

25 ottobre 2016
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SASSARI. «La Corte, preso atto dei motivi d’appello, ritiene di dover preliminarmente ammettere la domanda concernente l’audizione dei testimoni Contu Antonio e Cualbu Giovanna, genitori del coimputato Contu Pierpaolo, originariamente indicati quali testi dedotti dal pubblico ministero, in considerazione della mutata posizione processuale del congiunto, condannato con sentenza che nel frattempo è divenuta ormai definitiva. Ordina la riapertura dell’istruttoria dibattimentale e dispone la citazione dei testimoni Contu Antonio e Cualbu Giovanna. La deposizione avverrà in riferimento esclusivo alla posizione di Rocca Francesco».

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Dopo una camera di consiglio durata circa tre ore, poco prima delle 14 il presidente della corte d’assise d’appello di Sassari, Mariano Brianda, entra in aula e al processo di secondo grado per l’omicidio di Dina Dore, uccisa a Gavoi il 26 marzo del 2008, legge l’ordinanza che in pochi si aspettavano e che segna una svolta.

La corte, ieri, aveva tre opzioni: poteva uscire dalla camera di consiglio con una sentenza che confermava l’ergastolo in primo grado inflitto il 4 aprile 2015 al dentista gavoese accusato di essere il mandante del delitto, poteva ribaltare l’ergastolo e assolvere Rocca, oppure – ed è questa la strada che alla fine ha scelto – poteva riaprire l’istruttoria dibattimentale per accogliere alcune richieste presentate dai legali dell’imputato, gli avvocati Mario Lai e Angelo Manconi.

E alla fine, dunque, la corte ha deciso: l’istruttoria, ovvero il processo di secondo grado, si riapre ma non, come chiedeva la difesa, per sentire il superteste e grande accusatore di Rocca e Contu, Stefano Lai. Né, come volevano i difensori dell’imputato, per disporre una nuova perizia collegiale sul Dna trovato in diversi punti del nastro adesivo che aveva avvolto e provocato la morte per asfissia di Dina Dore. Né, sempre come chiedevano i due legali, per sentire diversi testi che avevano deposto solo nel corso dell’incidente probatorio. Niente di tutto questo: i giudici d’appello hanno ritenuto, evidentemente, che la testimonianza già resa da Antonio Lai, padre del superteste Stefano, fosse sufficiente.

La Corte d’assise d’appello non ha accolto nemmeno la richiesta di annullare tutto il processo di primo grado perché, come ha rilevato più volte la difesa, la Dda non era competente, visto che si tratta di un’inchiesta per omicidio e l’apertura di un fascicolo parallelo per tentato sequestro secondo i due avvocati sarebbe solo un espediente per mantenere l’intera indagine e non cederla alla Procura altrimenti competente: quella di Nuoro.

Dopo tre ore di camera di consiglio, dunque, i giudici sassaresi hanno deciso di riaprire l’istruttoria solo per sentire i genitori di Pierpaolo Contu, il giovane di Gavoi condannato a 16 anni in via definitiva come killer di Dina Dore. Anche questa era una delle richieste presentate dalla difesa, ma l’audizione dei genitori di Contu era anche una richiesta del pm nel processo di primo grado. La stessa Corte d’assise d’appello lo ricorda nell’ordinanza emessa ieri: «Contu Antonio e Cualbu Giovanna», erano «originariamente indicati quali testi dedotti dal pubblico ministero». Al processo Rocca di primo grado, tuttavia, i due si erano avvalsi della facoltà di non rispondere perché legati da uno stretto vincolo di parentela con il coimputato di Rocca, Pierpaolo Contu.

Ma la Corte d’assise d’appello ieri ha ricordato che la sentenza nei confronti di Contu nel frattempo è diventata definitiva, e per questo motivo i suoi genitori non possono più avvalersi della facoltà di non rispondere. I giudici di secondo grado fissano tuttavia un paletto preciso sulla loro testimonianza: «La deposizione avverrà nei limiti delle deduzioni indicate nella lista testi, con riferimento esclusivo alla posizione di Rocca Francesco, non potendo essere ammesse domande che riguardino direttamente o in modo esclusivo la posizione di Contu Pierpaolo». La loro deposizione è fissata per il 7 novembre.

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