Platamona, il pm dissequestra la Rotonda
Oltre un anno fa il crollo del muro nel quale rischiarono la vita due ragazzi, ora possono partire i lavori
SASSARI. A un anno e tre mesi dal drammatico crollo del muro della Rotonda di Platamona, nel quale rimasero gravemente feriti due ragazzi, la procura della Repubblica di Sassari ha disposto il dissequestro dell’area che era stata interdetta per consentire lo svolgimento delle indagini e le valutazioni dei consulenti. Il provvedimento emesso dal sostituto procuratore Emanuela Greco - titolare dell’inchiesta - è stato notificato ieri dagli investigatori della squadra mobile della questura di Sassari che hanno svolto gran parte delle indagini.
Ora i Comuni (quelli di Sassari e di Sorso) e la Regione non hanno più alcun impedimento e possono dare corso ai progetti che erano stati annunciati a più riprese per migliorare le condizioni del tratto del litorale che negli ultimi quindici mesi è diventato il simbolo dell’incuria.
La decisione del magistrato consente agli enti interessati di muoversi con largo anticipo in vista della prossima stagione estiva ed evitare di consegnare a bagnanti e turisti le tristi immagini di degrado, abbandono e insicurezza.
Sulla vicenda del crollo della Rotonda di Platamona, intanto, proseguono le perizie e anche gli scontri nelle aule giudiziarie. Proprio di recente, nel corso dell’incidente probatorio, il consulente nominato dal giudice Antonello Spano, la dottoressa Sabrina Cucinotta, ha sostenuto in Tribunale che «se anche nel muro non c’erano segni visibili di lesioni, il crollo era comunque prevedibile, e sarebbe stato opportuno eseguire esami più approfonditi». Gli indagati per il crollo del 21 luglio 2015 sono cinque dirigenti dei Comuni di Sassari (Marge Cannas e Claudio Castagna assistiti dall’avvocato Nicola Satta) e Sorso (Maurizio Loriga, Mario Cappai e Marco Delrio difesi dall’avvocato Gabriele Satta), tutti accusati di crollo e disastro colposo. I loro legali hanno sostenuto che una legge regionale del 2006 stabilisce che «le opere difficilmente amovibili (come il muro della Rotonda) sono di competenza del demanio e non dei Comuni», sottolineando che già queste basterebbe per sollevare dalle responsabilità gli attuali indagati. I consulenti intanto continuano a esaminare la documentazione che la polizia aveva sequestrato negli uffici dei Comuni di Sassari e Sorso.