Agricoltura e filosofia per coltivare il futuro
Partecipata tavola rotonda al Liceo Azuni dedicata a “Paesaggi della vita, tra ricerca e alimentazione”
SASSARI. Che i giovani abbiano voglia di riscoprire i temi dell’ambiente e dell’alimentazione, ma soprattutto i valori che devono accompagnare queste emergenze planetarie, lo si è visto giovedì nell’aula magna del liceo Azuni, che non è bastata a contenere la straordinaria partecipazione di giovani alla tavola rotonda “Paesaggi della vita, tra ricerca e alimentazione”, dedicata al rapporto tra filosofia e agricoltura.
All’incontro, organizzato dall’associazione sassarese di Filosofia e Scienza in collaborazione con il dipartimento di agraria dell’università di Sassari, l’agenzia Laore e l’Asa, hanno preso parte con grande interesse gli studenti e i docenti del liceo classico Azuni, del liceo scientifico Marconi, del Magistrale, del Canopoleno, dell’istituto agrario pellegrini, dell’alberghiero e dello scientifico europa unita di Porto Torres.
Dopo i saluti del dirigente scolastico Roberto Cesaraccio, la moderatrice Yerina Ruiu ha ricordato che i temi ai quali è chiamata oggi l’agricoltura necessitano profondamente di etica e di filosofia: «Occorre percorrere strade rispettose della natura intesa come organismo vivente e non come fondo a disposizione da cui attingere incessantemente energie non sostituibili». «Coltivare il futuro» è stata la metafora ideale del valore del dibattito.
Antonio Pazzona, direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, nel suo intervento ha voluto sfatare l’immagine tradizionalista e conservatrice di un dipartimento di Agraria in cui siano formati soltanto i quadri per le aziende agricole: «Noi intendiamo formare tecnici capaci di gestire sistemi complessi - ha spiegato il docente - non solo sotto l’aspetto tecnico ed economico ma anche manageriale ed etico».
Eugenio Marras, presidente dell’Associazione studenti di Agraria, ha presentato un videoclip dimostrativo di una ricetta culinaria realizzata con prodotti considerati di scarto in quanto prossimi alla scadenza, ma assolutamente commestibili. «Il cibo è di scarto - ha detto Marras - quando è davanti a un consumatore comune, ma non lo è più davanti a un cittadino consapevole. Gli alimenti scartati, secondo le ultime statistiche, si aggirano intorno allo 0,5 punti percentuali del Pil».
Molto seguita la relazione di Grazia Manca dell’agenzia Laore, che ha posto l’accento sul ruolo dell’educazione agroalimentare. A chiudere i lavori è stato Gianfranco Rosa, dottore in Filosofia e agricoltore.
Il dibattito è proseguito in serata nell’Aula magna del Dipartimento di Agraria dove, a cavallo tra numerosi interventi, è stato presentato il documentario “Paesaggi del Meilogu” di Bruno Merella. Infine è stato offerto un buffet ecofilosofico.