La Nuova Sardegna

Sassari

Assalto al furgone portavalori, il colpo avrebbe fruttato un milione di euro

Assalto al furgone portavalori, il colpo avrebbe fruttato un milione di euro

Rapina fallita dopo il conflitto a fuoco tra banditi e carabinieri lungo la Statale 131 dcn alle porte di Nuoro. Molte le analogie con la banda Olianas-Arzu specializzata negli assalti ai furgoni e sgominata a marzo

03 novembre 2016
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NUORO. Quanto avrebbe fruttato il colpo di ieri della 131? Ieri 2 novembre si è parlato diffusamente di una somma di poco inferiore al milione di euro, ma la cifra non è stata confermata dagli investigatori né dalla ditta portavalori, la Vigilpol di Sassari, che già lo scorso gennaio era sfuggita miracolosamente a un altro tentativo di rapina.

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Ben poco se confrontato con quanto avrebbero fruttato, secondo l’accusa, i colpi messi a segno dalla cosiddetta Banda dei Blindati finita in manette nel marzo di quest’anno. Supererebbe abbondantemente i dieci milioni di euro, infatti, il bottino delle varie rapine messe a segno secondo gli inquirenti dal sodalizio criminale che faceva capo al vice sindaco di Villagrande Strisaili, Giovanni Olianas, considerato il cervello della banda, cioè colui che organizzava le rapine e in più di un caso si occupava di riciclarne i proventi.

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Olianas secondo l’accusa comandava un gruppo paramilitare specializzato negli assalti ai portavalori o ai caveau degli istituti di vigilanza. Il 19 marzo scorso agenti e militari delle Fiamme gialle avevano fermato, come disposto dal sostituto procuratore della Dda di Cagliari, Danilo Tronci, 20 persone tutte accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alle rapine ai portavalori, al traffico di droga e al riciclaggio. Tra i nomi spiccavano quelli dei fratelli Carlo, Gianluigi e Giovanni Olianas, di 43, 54 e 51 anni e dei cugini Luca e Sergio Arzu, di Talana, rispettivamente di 43 e 35 anni, il primo fratello di Raffaele Arzu, latitante dal 2002 al 2009, conosciuto per essere stato a capo di una banda specializzata proprio negli assalti ai portavalori in tutta Italia. Le due famiglie, secondo gli investigatori, sarebbero state al vertice del gruppo criminale.

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Il gruppo, avendo a disposizione armi da guerra, esplosivi, ma anche apparecchiature per intercettare le comunicazioni delle forze dell'ordine e speciali motoseghe per tagliare i portelloni dei blindati, sarebbe responsabile dal 2005 al 2015 di svariate rapine, tra le quali l'assalto da circa 6 milioni di euro nel caveau della Vigilanza Sardegna di Nuoro, in cui operarono 12 persone armate fino ai denti. Almeno cinque, invece, le rapine andate in fumo grazie all'intervento delle forze dell'ordine, tra queste il colpo del luglio 2015 al caveau della Mondialpopl di Arzachena, dove erano custoditi circa 20 milioni di euro.

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