La Nuova Sardegna

Sassari

Bomba contro il centro per i migranti

di Gianni Bazzoni
Bomba contro il centro per i migranti

Un ordigno rudimentale ha gravemente danneggiato l’agriturismo che dovrebbe accogliere una cinquantina di ospiti

18 novembre 2016
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SASSARI. Torna il linguaggio delle bombe. L’altra notte un ordigno rudimentale è stato fatto esplodere all’interno dell’agriturismo “Le Querce” a Buddusò che è stato individuato dalla Prefettura di Sassari per accogliere una cinquantina di migranti. I danni sono rilevanti: la deflagrazione ha fatto saltare gli infissi e fatto crollare alcune parti interne della struttura. Dopo l’allarme sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri della stazione di Buddusò e della compagnia di Ozieri che hanno avviato le indagini. Non sarà facile risalire agli autori dell’attentato che aggiunge paura al clima di tensione che si è venuto a creare nel territorio.

La bomba è esplosa in località Santa Reparata - in un territorio che abbraccia i comuni di Buddusò e Alà dei Sardi - poche ore dopo la riunione del consiglio comunale straordinario che era stato convocato proprio per discutere del possibile arrivo dei migranti e per cercare di trovare una mediazione al clima di scontro che aveva cominciato a serpeggiare già sui social network.

Tra favorevoli e contrari, possibilisti e scettici, l’assemblea civica di Buddusò era andata avanti fino alle 20.30 e si era conclusa con il voto unitario a favore di un ordine del giorno che - di fatto - aveva questo contenuto: «Al momento non ci sono le condizioni per aprire nel territorio un centro di accoglienza per i migranti». Una azione “preventiva” per cercare di stemperare le tensioni e per fare in modo che un argomento così delicato non venga calato dall’alto ma possa essere condiviso con la realtà locale che deve garantire l’accoglienza.

Due ore più tardi, verso le 22.30, un boato che è stato udito a qualche chilometro di distanza. Forse qualcuno ha anche immaginato che l’esplosione arrivasse da quella zona, da Santa Reparata, equidistante da Buddusò e Alà dei Sardi. La conferma ufficiale si è avuta solo ieri mattina, quando la notizia ha cominciato a fare il giro rapidamente: «Hanno messo una bomba al centro per i migranti».

Il sindaco di Buddusò Giovanni Antonio Satta in questi giorni si è speso molto per cercare di placare gli animi e favorire il confronto democratico su un argomento che - inutile nasconderlo - ha generato forti tensioni.

«Non esprimo giudizi su questo fatto – dice con un tono preoccupato – e non sto a fare ragionamenti su chi può essere stato o meno. Dico che condanno il gesto, su questo non ci sono dubbi».

Però poi il primo cittadino ricorda che venerdì scorso aveva inviato una lettera al prefetto di Sassari Pietro Giardina per suggerire di rivedere la decisione: «Ho cercato di spiegare che il nostro territorio attraversa una crisi difficile, che il tessuto sociale è fragile. Insomma che in queste situazioni è complicato imporre simili decisioni».

I contenuti di quella lettera, che era un messaggio di preoccupazione, sono poi stati inseriti nell’ordine del giorno che il consiglio comunale di Buddusò ha approvato all’unanimità, anche per dare massimo sostegno all’azione dell’amministrazione comunale guidata da Giovanni Antonio Satta.

Nei giorni seguenti ci sarebbero stati altri incontri, con il mondo del volontariato, con la Chiesa. Per avviare un percorso, per ragionare sulla realtà e rendere evidente la preoccupazione di una comunità che non vuole tornare indietro e subire quel clima di violenza che in passato ha lasciato segni pesanti.

Quella bomba ha scosso il paese e ha marcato ancora di più le divisioni che si sono manifestate tra favorevoli e contrari all’arrivo dei migranti nel centro di accoglienza individuato nell’agriturismo di Santa Reparata.

Al consiglio comunale straordinario di mercoledì sera era presente anche una delegazione di Alà dei Sardi guidata dal sindaco e da altri amministratori.

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