Il Ministero chiede i danni per i veleni
Presidenza del Consiglio e dicastero dell’Ambiente hanno presentato istanza di costituzione di parte civile contro i manager
SASSARI. La presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero dell’Ambiente chiedono i danni a E.On per i “veleni” che scorrevano sotto la centrale di Fiume Santo, inquinando per anni terra e mare. La richiesta è stata formalizzata ieri mattina dall’avvocato Francesco Caput che - per conto dell’Avvocatura dello Stato - ha presentato un’istanza di costituzione di parte civile davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Sassari Rita Serra.
La stessa istanza è stata presentata dal comune di Porto Torres, dal Wwf -Italia e dal comitato “Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, rappresentati dagli avvocati Fabrizio Bionda, Gian Michele Sideri e Pina Zappetto. Per sapere se il tribunale accoglierà la loro richiesta bisognerà però attendere qualche mese. Ieri mattina gli avvocati Giuseppe e Bruno Conti che difendono due degli indagati dell’inchiesta che ad aprile dello scorso anno aveva fatto finire nei guai alcuni vertici di E.On, hanno chiesto un lungo rinvio per poter esaminare l’ammissibilità delle proposte di costituzione di parte civile. A loro si sono associati gli avvocati Anna Laura Vargiu e Paolo Dell’Anno che difendono gli altri dirigenti di E.On, la multinazionale tedesca che all’epoca dell’inchiesta era proprietaria della centrale termoelettrica di Fiumesanto poi passata al gruppo ceco Eph.
La prossima udienza è stata fissata per il 20 gennaio del prossimo anno e a partire da quella data sono state calendarizzate diverse udienze per consentire eventualmente alla difesa di controbattere sulle richieste di costituzione avanzate ieri. Durante l’udienza di ieri è stata richiesta inoltre la citazione come responsabili civili per E.On Italia ed E.On produzione. Anche su questo il giudice delle udienze preliminari si è riservato la decisione.Per il direttore e il vicedirettore della centrale di Fiume Santo, Marco Bertolino e Livio Russo, accusati di inquinamento ambientale doloso nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque del golfo dell' Asinara ad aprile del 2015 erano scattate le manette. L’amministratore delegato di E.On produzione di Fiumesanto, Salvatore Signoriello, e il direttore risorse umane e sviluppo territoriale di E.On Italia, Paolo Venerucci, erano stati interdetti per due mesi dalle rispettive cariche. Così come Alessandro Muscas, rappresentante legale della Lithos, l'azienda che aveva eseguito le analisi sui terreni inquinati. Per la Procura di Sassari, «di comune accordo e con un unico fine» non avevano segnalato continui sversamenti di olio combustibile di cui erano a conoscenza da almeno due anni. Si verificò anche un incidente: un serbatoio da cinquantamila litri si era staccato da fondo, provocando perdite continue che sarebbero state nascoste per non arrecare danni all'azienda.