La Nuova Sardegna

Sassari

Il teste: «Bilanci Asl con un disavanzo senza giustificazioni»

di Nadia Cossu

L’ex dg Giannico e 4 collaboratori imputati di abuso e falso Per il pm i debiti furono gonfiati ad arte dall’allora manager

30 novembre 2016
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SASSARI. «Quel bilancio con diciotto milioni di euro di passivo non ha alcuna giustificazione». Con queste parole l’allora responsabile dell’ufficio bilancio dell’Asl di Sassari Giuseppe Carassino ha spiegato al collegio di giudici presieduto da Maria Teresa Lupinu (a latere Arban e De Luca) i contorni della controversa vicenda sull’anomalo bilancio aziendale del 2010 che ha trascinato in tribunale l’ex manager dell’Asl Marcello Giannico, le collaboratrici amministrative Vittoria Pinna e Maria Antonietta Spanedda, Gianfranco Manca, all’epoca dei fatti responsabile del servizio Gestione economico-finanziaria della Asl, e Giovanni Michele Cappai, nel 2010 responsabile del servizio Programmazione e controllo dell’azienda sanitaria. Le accuse: falsità ideologica in atti pubblici, falsità materiale e abuso d’ufficio in concorso.

Al centro delle indagini portate avanti dal pubblico ministero Gianni Caria il bilancio aziendale di sei anni fa chiuso con 880mila euro di passivo dall’allora direttore amministrativo Angela Cavazzuti e poi diventato una voragine di diciotto milioni secondo i conti di Marcello Giannico. Calcoli che per la guardia di finanza e per la Procura sarebbero frutto di debiti nei confronti dei dipendenti, gonfiati ad arte dall’allora direttore generale. Per il pm, in sostanza, quel disavanzo clamoroso non è mai esistito e sarebbe stato creato a tavolino per consentire a Giannico di denunciare agli uffici della Regione il rischio di un default, scongiurando così la revoca del suo contratto per avere mancato gli obiettivi fissati nel momento in cui era stato chiamato ai vertici dell’azienda sanitaria. Carassino in aula ha spiegato che il bilancio aziendale che fu chiuso con 880mila euro di passivo – quando lui ricopriva l’incarico di responsabile dell’ufficio – «era quello corretto».

Secondo l’ipotesi accusatoria, la Cavazzuti si sarebbe opposta all’operazione e per questo sarebbe stata prima isolata e poi licenziata. In una delle ultime udienze l’ex dirigente amministrativa aveva ripercorso tutti i passi che portarono alla presentazione del bilancio alla Regione. Aveva raccontato – rispondendo alle domande del pm e del suo legale Nicola Satta – delle contestazioni disciplinari ricevute, a suo dire del tutto ingiustificate, del periodo di malattia che ne seguì per arrivare infine alla revoca dell’incarico da parte della direzione aziendale.

Marcello Giannico è imputato anche di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per gli episodi che precedettero il licenziamento della Cavazzuti ma anche di diffamazione aggravata nei confronti della stessa.

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