La Nuova Sardegna

Sassari

Progetto internazionale per il grifone sardo

Progetto internazionale per il grifone sardo

Regione, ateneo di Sassari e Comune di Bosa coinvolti per la conservazione di questo raro rapace

09 dicembre 2016
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SASSARI. Tra gli animali più maestosi e belli curati nel centro di recupero della fauna selvatica, a Bonassai, c’è senza dubbio il grifone sardo. Attualmente, nell voliere del centro, ce ne sono tre arrivati quattro mesi fa in gravi condizioni di salute, ma adesso completamente recuperati. Al punto che presto saranno reinseriti nel loro ambiente naturale, nel caso specifico le montagne tra Villanova Monteleone e Bosa.

«Al contrario di quanto si può pensare - spiega il veterinario Marco Muzzeddu - si tratta di un’operazione piuttosto delicata. La reintroduzione in natura di questi animali, che fanno parte dell’ultima colonia italiana del grifone».

Anche per questo motivo, la reintroduzione di questi animali è inserita in un progetto internazionale per la conservazione della specie in Sardegna intitolato “Life, Sotto le ali del grifone”. L’intervento è sviluppato dall’Università di Sassari in partenenariato con il Comune di Bosa, l’Agenzia Regionale Forestas e il Corpo Foresta della Sardegna, grazie anche al networking con la Junta dell’Andalusia e la Volture Conservation Foundation, la Regione, il Parco naturale di Porto Conte e ancora l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.

«Alle zampe di questi tre bellissimi rapaci - continua Muzzeddu - abbiamo già applicato due anelli che ci consentiranno di identificarli qualora dovessero incorrere nuovamente in qualche problema di salute. Ma non è tutto: sempre a questi grifoni applicheremo anche un trasmettitore satellitare che ci consentirà di seguirli su tutto il territorio dopo la liberazione, in modo da acquisire una serie di informazioni utilissime per poterli tutelare».

Tra le azioni principali del programma “Life” c’è anche la creazione di una rete carnai aziendali per garantire la disponibilità di risorse alimentari sufficiente per i grifoni e la salubrità della carcasse. E inoltre la creazione di un’unità cinofila antiveleno per mitigare appunto il rischio di avvelenamento, sempre dietro l’angolo. «E’ prevista tra breve anche la liberazione di 60 grifoni provenienti dalla Spagna per risolvere la situazione demografica tipica della popolazione di questi rapaci. Ci saranno infine delle azioni di mitigazione di disturbo antropico nei siti della nidificazione. (an.m.)

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