La Nuova Sardegna

Sassari

Padre Paolo saluta Sassari dopo 12 anni alla guida della diocesi

di Antonio Meloni
Padre Paolo saluta Sassari dopo 12 anni alla guida della diocesi

Il commiato dell'arcivescovo in Duomo durante la solenne celebrazione per i cinquant’anni di sacerdozio: «Sassaresi affabili e generosi»

12 dicembre 2016
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SASSARI. Cinquant’anni di sacerdozio, di cui dodici come vescovo di Tempio e altrettanti alla guida della diocesi turritana. La cerimonia solenne con cui ieri, nella cattedrale di San Nicola, padre Paolo Atzei ha celebrato l’importante ricorrenza, sapeva un po’ di commiato visto che il suo cinquantenario da sacerdote cade quasi al termine del ministero episcopale che lo ha visto vescovo di Sassari per ben dodici anni.

Era il 2004, quando il compianto papa Giovanni Paolo II volle alla guida della diocesi di Sassari padre Paolo Atzei, reduce dall’esperienza gallurese. Due tappe importanti del suo lungo e prolifico cammino cominciato nel lontano 1959 con la prima professione nei frati minori conventuali e proseguito con la professione solenne nel 1963. Tre anni più tardi, padre Paolo viene ordinato sacerdote a Oristano e nel 1993, nominato vescovo della diocesi di Tempio Ampurias.

Tappe ripercorse anche ieri pomeriggio, all’inizio della funzione solenne, nella comunicazione augurale inviata direttamente da Papa Francesco letta dal vicario generale monsignor Mario Simula. «Siamo consapevoli di quanto ti sia dedicato finora con le tue forze a beneficio delle anime». Diversi i passaggi salienti dell’omelia con cui padre Paolo, commentando il Vangelo di Matteo, ha ringraziato il Signore per il suo ministero da sacerdote e da vescovo sempre ispirato dalla lezione di San Francesco che professava il rispetto, quasi venerazione, nei confronti del sacerdozio inteso come missione da portare a termine secondo il mandato di Cristo.

Il vescovo ha ripercorso anche i dodici anni trascorsi a Sassari: «Parte di questi cinquant’anni - ha detto infatti padre Paolo - sono tessere della memoria di molti di voi e del tempo passato insieme in questa città in cui ho trovato affabilità, generosità e letizia vera, tutto il resto lo voglio considerare una grazia perché tutto è accaduto e accade per grazia di Dio alla quale mi sono sempre ispirato, in ogni situazione, nonostante i miei difetti e miei limiti».

Poi è arrivato il momento dei ricordi, allora il pensiero è andato idealmente ai suoi genitori, alla comunità di Mantova, in cui è nato, ai frati di Oristano, alla comunità tempiese e anche a tutti i sacerdoti e seminaristi incontrati in questi anni di intenso ministero episcopale. Ma la chiusura dell’omelia, com’era prevedibile, l’ha voluta dedicare alla comunità di Sassari, città mariana, sulla quale ha invocato la protezione della Madonna.

Attorno a padre Paolo, affiancato dal vescovo emerito Pietro Meloni; e da Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio, si è riunito il capitolo metropolitano, e una sessantina di sacerdoti provenienti da diversi centri dell’isola. Fra loro, il vescovo di Ales, Roberto Carboni, l’ex vescovo della stessa diocesi, Giovanni Dettori, il vescovo di Ozieri Corrado Melis e l’abate di Sorres, padre Antonio Musi. Numerose anche le autorità, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni, a cominciare dal sindaco Nicola Sanna, affiancato da una nutrita delegazione di sindaci del territorio con la tradizionale coccarda tricolore.

Naturalmente erano presenti anche i familiari di padre Paolo, che ha voluto citare al termine dell’omelia. La funzione solenne era accompagnata dal coro della cappella del Duomo, guidato da monsignor Antonio Tamponi. Diversi i saluti rivolti al vescovo dagli ospiti intervenuti alla funzione, uno per tutti, quello del sindaco Nicola Sanna che dopo avere rievocato le tappe più importanti nella vicenda dei rapporti tra Curia e Palazzo ducale, ha ricordato la drammatica vicenda degli operai del petrolchimico e salutato il presule con il tradizionale e beneagurante “A zent’anni!”.

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