La Nuova Sardegna

Sassari

Ricordo di Lovisato, il geologo “eroe dei due mondi”

Ricordo di Lovisato, il geologo “eroe dei due mondi”

SASSARI. In occasione del centenario della morte di Domenico Lovisato, il Museo scientifico dell’università di Sassari (Muniss), in collaborazione con il dipartimento di Scienze della Natura e del...

13 dicembre 2016
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SASSARI. In occasione del centenario della morte di Domenico Lovisato, il Museo scientifico dell’università di Sassari (Muniss), in collaborazione con il dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio, con l’università di Cagliari e il Club Alpino Italiano, ha promosso una manifestazione dal titolo: “Domenico Lovisato (1842-1916), un professore universitario di mineralogia dalla Sardegna alla Terra del Fuoco”, che si svolgerà oggi alle 17 nel Polo naturalistico di Piandanna 4.

Dopo i saluti del rettore, prenderanno la parola Stefania Bagella (Muniss), “Domenico Lovisato a Sassari”, Gianluigi Pillola (università di Cagliari), “I geo-musei dell’Università di Cagliari: dal gabinetto delle curiosità ad oggi”, Giacomo Oggiano (università di Sassari), “Lovisato e le dispute della geologia positivista”, Giancarlo Nonnoi (università di Cagliari), “Dalla Nurra alla Terra del Fuoco e ritorno”. Presiederà Roberto Furesi, direttore del DipNeT.

Domenico Lovisato nacque a Isola d’Istria nel 1842. Fin dalla prima giovinezza aveva aderito al movimento patriottico per la liberazione dall’Austria delle terre "irredente Partecipò come volontario in Trentino alla terza guerra d’indipendenza e strinse una profonda e duratura amicizia con Garibaldi.

Si laureò in matematica a Padova nel 1867 e iniziò a insegnare nelle scuole secondarie: fra le sue prime sedi fu il Liceo Ginnasio Azuni di Sassari.

Nel 1879 ritornò a Sassari come vincitore del concorso per straordinario di Mineralogia, nell’"isola bella" che sarebbe diventata la sua seconda patria. Impiantò un primo Gabinetto geomineralogico universitario che doveva raccogliere i frutti delle sue esplorazioni nel territorio. Fondò una delle prime sezioni del Club Alpino Italiano, cui aderirono oltre centocinquanta soci e che aveva tra le sue finalità la costruzione sul Gennargentu di una Casa-rifugio dedicata a Lamarmora.

A Sassari si schierò con i progressisti, prendendo parte a varie manifestazioni garibaldine e democratiche, e animando dalle colonne della Nuova Sardegna un appassionato dibattito a difesa dell’irredentista Guglielmo Oberdan.

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