La Nuova Sardegna

Sassari

Duplice omicidio Bacciu, oggi il processo d’appello

di Nadia Cossu
Duplice omicidio Bacciu, oggi il processo d’appello

Buddusò, i tre imputati per il delitto del 2011 erano stati assolti in primo grado Zio e nipote erano rimasti vittime di un agguato nelle campagne di Biderosu

16 dicembre 2016
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Inizierà oggi davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Sassari il processo di secondo grado per Giovanni Antonio Canu, Gianni Manca e Salvatore Brundu, quest’ultimo il più giovane dei tre imputati per il duplice omicidio di Buddusò del 29 aprile 2011. A dicembre del 2014 – dopo quasi nove ore di camera di consiglio – la corte d’assise li aveva assolti dalla terribile accusa di aver ammazzato con una scarica di pallettoni due compaesani: Antonio Bacciu (28 anni) e suo zio Giovanni Battista (di 69). Altri due fratelli di Antonio – Angelo e Gianmarco di 27 e 31 anni – erano scampati miracolosamente all’agguato, uno perché si era finto morto accanto al cadavere dello zio e l’altro perché era riuscito a fuggire (era rimasto però ferito a un braccio). Assolti con formula ampia «per non aver commesso il fatto».

L’agguato di tre anni fa nelle campagne di Biderosu, quindi, era rimasto senza colpevoli. «È finito un incubo – aveva detto la sorella di un imputato – da anni viviamo giorni di angoscia, sempre convinti dell’innocenza dei nostri cari e sicuri che la giustizia ci avrebbe dato ragione».

«Un processo indiziario come questo, senza basi solide che solo con le prove si possono costruire, doveva obbligatoriamente avere come esito l’assoluzione degli imputati» era stato invece il commento dell’avvocato Antonio Secci che, insieme ai colleghi Sara Luiu, Speranza Benenati e Claudio Mastandrea difendeva i tre accusati di omicidio per i quali il pubblico ministero Carlo Scalas aveva chiesto tre condanne all’ergastolo. Al pm si erano associati anche i legali di parte civile Pasquale Ramazzotti e Lorenzo Soro. Tra intercettazioni e testimonianze nel processo durato un anno e dieci mesi erano stati ricostruiti i rapporti tra le famiglie Bacciu-Canu-Brundu-Manca. Legami fatti di tensioni dovute, stando alla Procura, prima di tutto al terreno conteso di Biderosu. Clima sfociato in reciproci dispetti, in avvertimenti e minacce più o meno velate che nel mondo della campagna sono purtroppo molto frequenti e che a volte hanno esiti devastanti. Rancori e ostilità tali da spingere i tre – questa la tesi dell’accusa – ad architettare l’omicidio. Ma i familiari degli imputati in aula hanno sempre smentito di nutrire sentimenti di odio nei confronti dei Bacciu e hanno anche spiegato di non aver mai avuto interessi così forti verso quel terreno. La difesa aveva cercato di smontare le intercettazioni, frasi in dialetto «spesso scollate l’una dall’altra e ricucite all’occorrenza» aveva sostenuto Secci in sede di discussione.

Ora la parola passa ai giudici della corte d’assise d’appello.

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