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Sassari, bimbo caduto nel cantiere: la procura apre due inchieste

di Nadia Cossu
Sassari, bimbo caduto nel cantiere: la procura apre due inchieste

Ancora gravi le condizioni del piccolo. Intanto s'indaga per verificare se ci siano responsabilità dei medici e se dove è avvenuto il fatto fossero rispettate le norme di sicurezza

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SASSARI. Sono ore di angoscia quelle che vivono in questi giorni i familiari del bambino di 10 anni caduto in un cortile vicino a casa della nonna il 23 dicembre scorso, nel quartiere di Santa Maria di Pisa. Le sue condizioni sono gravissime, è sempre in coma farmacologico, monitorato 24 ore su 24 dai medici del reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari. Fuori dalla stanza, la giovane mamma non lo abbandona un istante.

Sul fronte delle indagini, la procura della Repubblica sta lavorando senza sosta su due fronti: uno per accertare se ci sia stata un’eventuale colpa medica nel primo soccorso prestato al bambino il 23. Il secondo per verificare se il cantiere comunale dove il piccolo è caduto fosse o meno a norma. Dai primi controlli sembrerebbe che non siano stati rispettati i parametri di sicurezza ma sarà indispensabile approfondire tutta la documentazione sequestrata.

L’incidente. Il pomeriggio del 23 dicembre il bambino giocava intorno al cortile di una palazzina di via Donizetti, la sua corsa è stata fermata da un filo di acciaio teso a mezza altezza: il piccolo non lo ha visto, è rimasto impigliato e per il contraccolpo è caduto all’indietro battendo la testa. Un uomo affacciato alla finestra lo ha visto accasciarsi e svenire, lo ha immediatamente aiutato e accompagnato in braccio a casa dei nonni che, preoccupati, dopo poco lo hanno portato al pronto soccorso. Qui il piccolo sarebbe stato visitato e medicato per le numerose escoriazioni al collo: il fil di ferro lo ha quasi trafitto provocandogli dei piccoli strappi di pelle. Dopo tre ore il piccolo è stato dimesso con una prognosi di otto giorni.

La denuncia e l’inchiesta. Il nonno – nella denuncia presentata alla polizia municipale e depositata nell’ufficio del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu – ha detto di aver spiegato al personale del pronto soccorso cosa era successo: e cioè che il nipote era caduto e aveva battuto la testa, che accusava nausea e che era anche svenuto. Ora si dovrà capire se siano stati disposti tutti gli esami necessari per stabilire se, ad esempio, in seguito alla caduta il bambino avesse riportato lesioni alla testa.

Dimissioni troppo veloci? Di sicuro è stato rimandato a casa dove però è stato male per due giorni. Il 26 ha perso i sensi e i genitori hanno chiesto l’intervento del 118. Riportato d’urgenza in ospedale, il bambino è stato operato d’urgenza per la rimozione di un grande ematoma. La prognosi è ancora riservata e gli ultimi esami clinici non rivelano miglioramenti.

Occhi puntati sul cantiere. Nel frattempo si cerca di far luce anche sul cantiere di via Donizetti. La polizia municipale – coordinata nell’attività di indagine dal comandante Gianni Serra – ha acquisito negli uffici di edilizia residenziale popolare il fascicolo relativo all’affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria dell’immobile. Si stanno esaminando gli atti, in particolare il tipo di lavori commissionati, la durata prevista, prescrizioni, norme di sicurezza, direzione dei lavori, responsabili dei procedimenti. Inoltre, lente di ingrandimento puntata sullo stato del cantiere. C’erano delle grosse criticità e lo dimostra quel filo di acciaio che univa a mezza altezza il tubo di scolo delle acque (che corre dall’alto verso il basso lungo la facciata) con la rete che delimita il cantiere. Per ora l’inchiesta della Procura è contro ignoti ma non è escluso che già nei prossimi giorni possano esserci i primi indagati.

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