La Nuova Sardegna

Sassari

VIAGGIO NEI PERICOLI» TRA RETI E TRANSENNE

di Luca Fiori
VIAGGIO NEI PERICOLI» TRA RETI E TRANSENNE

SASSARI. Il pericolo corre lungo le reti arancioni. Un brivido che attraversa la città e taglia in due quartieri del centro o della periferia senza distinzioni o pregiudizi. Sassari è un grande...

30 dicembre 2016
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SASSARI. Il pericolo corre lungo le reti arancioni. Un brivido che attraversa la città e taglia in due quartieri del centro o della periferia senza distinzioni o pregiudizi. Sassari è un grande cantiere aperto e non c’è via o rione che non debba fare i conti con un tratto di strada o marciapiede intrappolato da reti o transenne.

Da viale Italia a via Duca degli Abruzzi, da viale Trieste a via Rockefeller, da via Zanfarino a via Donizetti la presenza di cantieri aperti e abbandonati è diventata ormai quasi una parte dell’arredo urbano. Nel viaggio tra le reti arancioni e le inferriate che costeggiano le strade urbane su cui corrono i bambini all’uscita di scuola o arrancano gli anziani che vanno a fare la spesa, la prima tappa è in viale Trieste.

Rischio frane. Ormai da decenni l’argine posto a protezione del ponticello che attraversa la via è teatro di uno stillicidio di smottamenti che preoccupano i residenti dei palazzi che si affacciano sulla vallata.

Nel febbraio del 2013 dopo alcuni abbondanti temporali la strada era stata chiusa per alto rischio idrogeologico e da allora gli abitanti hanno ereditato un’inferriata protetta da una rete di plastica arancione.

Il pericolo, davanti agli occhi di tutti, è rappresentato dalla rete stessa. Alcuni pezzi di fildiferro ormai arrugginito penzolano accanto al marciapiede che si affaccia su quella che è diventata una discarica a cielo aperto.

Il pericolo sulle piste ciclabili. E le reti arancioni, tenute in piedi da picchetti di ferro tutt’altro che rassicuranti, corrono accanto ad auto e passanti anche in viale Italia e in via Duca degli Abruzzi, dove nessuno sa quando sarà concesso ai ciclisti di muoversi in sicurezza.

Dagli uffici del Settore Manutenzioni strade fanno sapere che per la parte della pista ciclabile di via Duca degli Abruzzi, il Comune ha provveduto alla risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice, quindi ha avviato le procedure per lo stato di consistenza e di adeguamento del progetto, affinché quel tratto possa essere riappaltato. Il termine ultimo per il finanziamento è quello del 31 marzo.

«Per quanto riguarda il cantiere chiuso e le reti che lo delimitano - spiega l’assessore Antonio Piu - periodicamente gli operai del Comune si occupano di fare controlli e, nel caso di manomissioni o reti abbattute, ripristinano le condizioni di sicurezza». Per la parte di viale Italia resta il mistero.

Il cratere accanto alla scuola. Il viaggio prosegue in via Rockefeller, dove il Comune ha risposto con una transenna piazzata in mezzo alla strada alle proteste dei cittadini per un cratere che da mesi si stava allargando sul manto stradale. «Si tratta di un intervento che è stato già codificato - fanno sapere sempre dal settore di viale Mameli - perché in prossimità di una scuola. È un intervento complesso, visto che si tratta di un cedimento importante del manto stradale, sul quale si stanno verificando i costi necessari per il completo ripristino».

Pedoni sul lato opposto. È il cartello che costringe, ormai da mesi, i passanti ad abbandonare il marciapiede che fa ad angolo tra via Zanfarino e via Torres, costeggiando il vecchio palazzo dell’Inam. Disagi che si ripropongono ancora in viale Italia davanti all’ingresso del pronto soccorso, dove la solita rete arancione costringe a uno slalom tra aiuole e pezzi di pista ciclabile, che per il momento corrono verso il nulla e rappresentano solo l’ennesimo pericolo di una città travestita da cantiere.

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