La Nuova Sardegna

Sassari

Elsa Sotgia resta accampata a Platamona

Elsa Sotgia resta accampata a Platamona

L’ex detenuta ottantenne, protagonista dell’Anonima sequestri, rifiuta l’aiuto del Comune

04 gennaio 2017
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SASSARI. Le offrono un tetto sotto cui stare e una mensa dove mangiare, ma lei rifiuta e sceglie di continuare a vivere all’addiaccio di Platamona.

Elsa Sotgia, la donna che negli anni ’80 è stata tra i protagonisti dell’Anonima sequestri, da mesi vive da clochard intorno alla Rotonda. Nonostante la disponibilità di un imprenditore, e gli sforzi dell’amministrazione comunale e del comandante dei vigili urbani, ha rifiutato di essere aiutata: «Voglio una casa o non mi muovo». C’ha provato a tenderle una mano Gianni Serra, che a Platamona gestisce la casa di riposo Villa Celeste e un’altra struttura in piazza Sant’Antonio, a Sassari. L’ultimo dell’anno si è avvicinato per invitarla a pranzare con un pasto caldo ma non c’è stato niente da fare. «Io in mezzo agli anziani non ci vado, sono tutti sciancati», ha risposto piccata la donna. Alla fine dall’imprenditore dal cuore tenero è arrivata anche la proposta di trasferirla a Sassari, in una casa protetta dignitosa: un tetto sotto cui stare e una mensa dove mangiare. Ma lei, che è diffidente come pochi, ieri ripeteva: «Voglio qualcosa di scritto, non si sa mai che mi facciano pagare. E poi non voglio una casa di cura, sto bene».

La preoccupazione dell’amministrazione comunale e del comandante dei vigili, Gianni Serra, sta tutta nel bollettino meteo di questo fine settimana: temperature artiche in arrivo. Ma perché Elsa Sotgia non si lascia aiutare? «Certo che voglio aiuto, ma vorrei soltanto una casa per vivere come un essere umano», dice la donna, che sottolinea: «Non voglio vedere infermieri o case di cura. E poi sono allergica ai farmaci. Sto male solo all’odore». Difficile da credere per una che negli anni ’80 è stata tra i protagonisti dell’Anonima sequestri, si è fatta vent’anni di galera con annessi una serie di scioperi della fame estenuanti. Elsa Sotgia l’estate scorsa l’ha passata accampata in spiaggia, con una tenda sfilacciata e due cagnetti randagi. Poi il freddo l’ha costretta a traslocare di qualche decina di metri, nella pensilina dell’Atp. Ora però la situazione sta diventando ingestibile per il Comune di Sassari. E c’è forte preoccupazione per la salute della donna. E infatti ieri sera è arrivata anche un’ambulanza medicalizzata per sincerarsi delle condizioni della donna, che però non si è fatta neanche visitare: «Freddo? Non c’è problema, sono abituata alle temperature del monte Rosa». (s.s.)

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