La Nuova Sardegna

Sassari

pattada

Fondi dimezzati ai barracelli

Appello della Compagnia alla Regione: «Il nostro lavoro serve»

05 gennaio 2017
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PATTADA. Il nuovo anno inizia magro per la compagnia barracellare di Pattada. Appena rinnovata nelle sue cariche, si trova a scoprire un finanziamento regionale ridotto di diverse migliaia di euro. Un fatto che avrà riflessi inevitabili sull’attività dei ranger che pattugliano le campagne e operano nel campo della prevenzione antincendi. «Nonostante la Regione abbia tagliato più della metà dei finanziamenti la compagnia ha deciso di proseguire nella sua strada», ha comunque dichiarato il segretario Piero Chessa, riconfermato nelle ultime elezioni di nomina.

Dagli undicimila euro del precedente contributo, il finanziamento regionale è sceso infatti a meno di cinquemila euro. Il nuovo direttivo, composto dal neo capitano Salvatore Cuguttu, dai tenenti Francesco Deliperi, Francesco Me, Pietro Regaglia e Franco Taras, non si ferma dunque di fronte allo stop regionale e cerca di proseguire, seppure con difficoltà, nel compito di vigilanza e salvaguardia del territorio e delle proprietà, messe a rischio quotidianamente dall’abigeato.

«I nostri cinquantasei uomini – ha proseguito il segretario Chessa – sono ancora disposti a lavorare nel territorio. Il motivo che ci spinge a continuare è la passione e l’attaccamento alla nostra terra. È per questo che speriamo in un ripensamento da parte della Regione, che non deve tagliare fuori dal controllo del territorio l’importante opera che il nostro corpo svolge da più di cinquant’anni a tutela di tutti».

La compagnia barracellare riceve inoltre un finanziamento comunale che, anche per il 2016, viene riconfermato a quota undicimila euro. «Le erogazioni provenienti dalle casse comunali – ha concluso Chessa – ci servono per svolgere al meglio le campagne antincendio che ogni estate colpiscono i nostri bei territori». È infatti anche nel servizio di supporto negli episodi incendiari che si esplica il lavoro della compagnia barracellare. Ma occorrono risorse certe.

Elena Corveddu

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