La Nuova Sardegna

Sassari

disagi sui mezzi pubblici

L’appello di un disabile: «Un sogno viaggiare in autobus come gli altri»

L’appello di un disabile: «Un sogno viaggiare in autobus come gli altri»

OSILO. Ha un handicap grave, Gavino Fadda - tetraplegico fin dalla nascita, e da oltre trent’anni inchiodato ad una sedia a rotelle - ma si batte da sempre come una belva perché quell’handicap non...

21 gennaio 2017
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OSILO. Ha un handicap grave, Gavino Fadda - tetraplegico fin dalla nascita, e da oltre trent’anni inchiodato ad una sedia a rotelle - ma si batte da sempre come una belva perché quell’handicap non diventi una gabbia che gli impedisce di compiere le più elementari azioni della vita quotidiana. Come viaggiare sui mezzi pubblici, ad esempio. Problema risolto con l’Arst, che ha attrezzato pressoché tutti i mezzi di linea per Osilo con la pedana per i disabili, problema apparentemente irrisolvibile con l’Atp di Sassari, che qualche volta ha lasciato a terra Gavino. E dopo diverse esperienze con conducenti, qualche volta comprensivi altre volte no, Gavino Fadda aveva deciso di rivolgersi direttamente al sindaco del capoluogo, Nicola Sanna. Informando il cronista, con una punta di comprensibile orgoglio, che «oggi 2 dicembre, sono andato io personalmente e senza il sostegno di nessuno e ho protocollato la lettera a Nicola Sanna». Senonché, a più di un mese e mezzo dal suo inoltro, quella lettera non ha ricevuto alcuna risposta. Così Gavino, questa volta assai sconsolato, è costretto a concludere che «la gente ormai si è abituata a non dare risposta a chi pretende di vivere una vita normale». Anche perché, in fondo, Gavino si aspettava solo un segno di attenzione, una risposta, positiva o negativa che fosse. Invece niente, «nonostante il 27 dicembre abbia inoltrato la stessa lettera anche all'indirizzo della segreteria dell'Atp». «Da anni - aveva scritto Gavino nella lettera spedita al sindaco di Sassari e all’Atp - subisco il diniego all’accesso ai tram, “le carrozzine elettroniche non possono viaggiare nei mezzi pubblici”, “devi avere l’accompagnatore”. Io amo tantissimo il mare, e il primo anno che l’azienda ha acquistato i mezzi nuovi mi veniva consentito e raggiungevo Platamona dove c’è un servizio che mi offre la possibilità di vivere autonomamente una giornata piena in spiaggia, mangiare e persino fare il bagno. Questa libertà pare mi venga tolta. Se un autista di buon senso mi prende e parto, vorrei avere la certezza di rientrare a casa mia».

«Il problema - spiegano all’Atp - è che sì i nostri mezzi sono tutti dotati di pedana ma, a differenza di quelle dell’Arst, non è motorizzata, per cui, posto che il conducente non può lasciare il posto di guida, occorre un accompagnatore che la sganci e la riagganci». La spiegazione non convince però Gavino, che dice: «La realtà è che il disabile in fondo in fondo non è riconosciuto uomo o persona titolare di diritti come tutti».

Mario Bonu

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