La Nuova Sardegna

Sassari

la presentazione della biografia

Osilo, storia di fra Piero che ha dato la vita per gli ultimi

Osilo, storia di fra Piero che ha dato la vita per gli ultimi

OSILO. A leggerne la biografia e a sentire le testimonianze di quanti hanno conosciuto fra Piero Casu, il frate degli ultimi, il sentimento che si prova è il rimpianto. Rimpianto per non aver...

24 gennaio 2017
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OSILO. A leggerne la biografia e a sentire le testimonianze di quanti hanno conosciuto fra Piero Casu, il frate degli ultimi, il sentimento che si prova è il rimpianto. Rimpianto per non aver conosciuto una persona speciale, che ha fatto dell’umiltà, della bontà, dell’attenzione ai più deboli, la sua scelta di vita. E che quella scelta ha letteralmente pagato con la vita, avendo contratto l’Aids per aver soccorso e ricomposto in mezzo al sangue e ai vetri rotti, in sandali e a mani nude, un suicida sieropositivo che si era sparato alla tempia. Così, sono stati davvero tanti i momenti di commozione alla presentazione del libro “Fra Piero Casu”, di Giuseppe Simbula, dell’Ordine dei frati minori conventuali di Oristano, dove fra Piero - nato a Osilo-San Lorenzo nel 1947 e morto a Cagliari nel 1992 - ha esercitato la gran parte della sua missione religiosa. Ma altrettanto numerosi sono stati i passaggi in cui i relatori e i testimoni hanno strappato un sorriso al numeroso pubblico presente al Montegranatico. Perché fra Piero, oltre che un buono, era anche un allegrone, che sorrideva sempre e si divertiva anche a fare scherzi. Ai bambini raccontava che le uova di Pasqua erano fatte da una gallina speciale, che mangiava cioccolato e carta stagnola; in pellegrinaggio ad Assisi si travestì da donna sarda in costume tradizionale, e accennò anche qualche passo di ballo; «rubare per fame non è peccato» sosteneva, e qualche volta, con i confratelli affamati, praticava questa massima nella dispensa del convento. Dopo l’introduzione di Alessandro Dore, moderatore della serata, hanno portato i saluti delle rispettive istituzioni il sindaco di Osilo, Giovanni Ligios e padre Salvatore Sanna, ministro provinciale dell’Ordine dei frati minori conventuali di Oristano. Lauretta Cancedda, nella sua relazione sul libro, ha ricordato come una biografia sia “scrittura della vita”, ma anche “scrittura che dà vita”, quella vita che a fra Piero hanno restituito le pagine ricche di storie, di aneddoti, di sincero affetto scritte da Giuseppe Simbula. L’arcivescovo Paolo Atzei, grande amico del frate francescano, ha ricordato come fra Piero fosse «oltre qualunque cosa si dica o si faccia, perché la sua bontà e la sua umiltà invadevano e riempivano di sé tutti gli spazi». Don Antonio Loriga ha ricordato il legame di parentela che lo legava a fra Piero Casu, e ne ha sottolineato la totale dedizione e donazione di sé a tutti, e la straordinaria capacità di creare rapporti di empatia. Andrea Puddu, oristanese amico di fra Piero, ha raccontato molti momenti di vita quotidiana, da cui ancora una volta sono emerse la bontà e la simpatia del frate francescano. La sorella di fra Piero, Nicolosa Casu, ha ricordato come lei e tutta la famiglia si siano sempre sentite fortunate ad avere un fratello così speciale, e come ancora oggi, a 25 anni dalla morte, ne sentano la mancanza. L’autore del libro, infine, Giuseppe Simbula, ha ripercorso le tappe della sua ricerca, sottolineando come sia stata una gioia scrivere di fra Piero Casu.

Mario Bonu

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