La Nuova Sardegna

Sassari

Via libera dei giudici alla class action contro Abbanoa

di Gavino Masia

Per il tribunale di Cagliari sono fondate le ragioni del ricorso Fino al 15 maggio è possibile aderire all’azione giudiziaria

11 febbraio 2017
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PORTO TORRES. Il Tribunale di Cagliari ha dichiarato ammissibile la class action contro Abbanoa proposta dalla associazione Civiltà è Progresso”e da Adiconsum - a firma dei presidenti Alba Rosa Galleri e Giorgio Vargiu - valutando la sussistenza di tutti i requisiti richiesti. Grande soddisfazione per gli avvocati Franco Dore e Teresa Siciliano e per tutti i componenti dell’associazione che avevano intrapreso da mesi una battaglia legale contro l’ente gestore delle risorse idriche, mettendoci faccia e impegno per denunciare tutti i disservizi causati alla cittadinanza sia in termini di servizio che di bollettazioni astronomiche. Il Tribunale ha ritenuto valide le richieste presentate dai rappresentanti dei consumatori e dai singoli utenti che hannoavviato l’azione di classe e ha contestualmente respinto le osservazioni presentate da Abbanoa a sua discolpa. Ora si apre la seconda fase, che consiste nella “pubblicità” prevista dall’articolo 140-bis comma 9 del codice consumo, da effettuare entro il 15 maggio 2017 in modo da dare la possibilità agli utenti potenzialmente interessati ad aderire alla class action. Dal momento della pubblicazione dell’atto, infatti, potranno aderire tutti i titolari di utenze idriche Abbanoa nel territorio di Porto Torres che nel periodo dal 27 novembre 2009 al 21 ottobre 2015 abbiano subito l’inadeguatezza del servizio idrico, per non aver garantito il gestore la fornitura di acqua inodore, insapore e incolore, oltre che conforme ai parametri indicati dalle disposizioni volte alla salvaguardia della salute pubblica. E che in considerazione di tali inadempienze intendano richiedere il risarcimento del danno subito.

Possono aderire alla class action, inoltre, tutti gli utenti che in quel periodo non abbiano potuto utilizzare l’acqua per tutte le tipologie di uso umano, in una o più occasioni, e coloro i quali non abbiano potuto utilizzare l’acqua per bere e per cucinare. Le due associazioni hanno descritto in diverse assemblee pubbliche cittadine il malfunzionamento di un’azienda nata per razionalizzare il servizio idrico regionale e per attuare la perequazione delle tariffe, ridotta dopo dieci anni dalla sua istituzione ad una società che invece erogava acqua non potabile.

Nonostante il silenzio della politica, comunque, Civiltà è Progresso e Adiconsum hanno dimostrato il loro impegno per rispondere alle invocazioni di cittadini. «Una prima battaglia è stata vinta – dice Alba Rosa Galleri –, anche se la guerra è ancora aperta: ma, sulla base di questi pronunciamenti, esistono fondati elementi per sperare in una definitiva vittoria contro un gestore idrico che ha finora mostrato di non tener conto dei diritti degli utenti».

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