La Nuova Sardegna

Sassari

Coghinas, l’Enel annuncia nuove aperture della diga

di Giulio Favini
Coghinas, l’Enel annuncia nuove aperture della diga

Intanto si contano i danni subiti dagli allevatori che operano sulla riva del fiume Gli amministratori: «Popolazioni esasperate e noi non possiamo difenderle»

14 febbraio 2017
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VIDDALBA. È appena iniziata la stima dei danni subiti dagli agricoltori e dagli allevatori che operano nella zona golenale della piana del Coghinas dopo la piena causata dall’apertura della diga, che ai Comuni di Viddalba e Santa Maria Coghinas è arrivata una nuova comunicazione dell’Enel che preannuncia probabili nuovi rilasci di acqua. Intanto le conseguenze delle manovre idriche si ripercuotono anche sul sistema turistico termale poiché proprio sulla zona golenale dà lo stabilimento termale di Casteldoria, che ha subito anch’esso dei danni.

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Per quanto riguarda gli agricoltori e gli allevatori c’è già consapevolezza che nessuno li risarcirà, ma sono rammaricati e contrariati per il mancato tempestivo avviso di questa alluvione improvvisa. Infatti, a causa delle abbondanti piogge gli operatori dell’Enel che gestiscono la diga di Casteldoria, sono stati costretti a rilasciare un enorme quantitativo d’acqua per mettere in sicurezza la diga stessa e il suo invaso artificiale. Il rischio è che l’acqua prema sulle pareti della struttura facendole cedere.

«Esprimiamo piena solidarietà agli agricoltori e agli allevatori della piana del Coghinas - dicono all’unisono il vicesindaco di Viddalba Pier Mario Careddu e il sindaco di Santa Maria Coghinas Pietro Carbini - purtroppo non abbiamo i mezzi necessari per avvisare la nostra popolazione in tempo utili per mettere in sicurezza le attrezzature, il raccolto, i capi di bestiame e gli altri animali che vivono nella golena. Le istituzioni che presiedono alla sicurezza del territorio - dichiarano i due amministratori - devono attivarsi a fornirci gli strumenti utili per mettere in sicurezza la nostra popolazione».

E il pensiero va al 2009, quando venne convocata una conferenza di servizi nel Comune di Valledoria a cui parteciparono gli amministratori locali e nella quale alcuni assessori regionali si presero l’impegno di seguire le sorti della piana del Coghinas. Nel febbraio e nel marzo del 2009, l’alluvione dovuta allo scarico dell’acqua rilasciata dall’Enel infatti aveva ucciso diversi capi di bestiame, alcuni cani da caccia e dei maiali. Fu necessario l’intervento dei vigili del Fuoco del Saf per mettere in salvo decine di bovini che rischiavano l’annegamento, e ora tutto è rimasto come prima. «Se non veniamo attrezzati con mezzi idonei - continua il vicesindaco di Viddalba Careddu - non possiamo allertare i nostri concittadini».

Si dovrebbero mettere segnali acustici all’ingresso del paese, o magari cartelli luminosi che avvisano che a tale ora ci sarà lo scarico dell’acqua. Insomma, la tecnologia potrebbe aiutare per mettere in sicurezza l’area, dicono gli amministratori, ma nessuno finora si è mosso. «Abbiamo necessità di risorse - spiega il sindaco di Santa Maria Coghinas Pietro Carbini - senza le quali non possiamo proteggere la popolazione». Intanto c’è da sottolineare che alcune zone golenali ricadono in zona Sic e pertanto il rilascio in queste forme da parte dell’Enel mette dura prova tutto l’ecosistema che ruota intorno a un’area protetta dall’Unione Europea.

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