La Nuova Sardegna

Sassari

Meccanico morto sulla Buddi Buddi, tre assoluzioni

di Nadia Cossu
Meccanico morto sulla Buddi Buddi, tre assoluzioni

Antonello Dessena si schiantò su un jersey del cantiere A giudizio i dipendenti dell’impresa che eseguiva i lavori

15 febbraio 2017
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SASSARI. Erano le 21 dell’11 marzo del 2014 e Antonello Dessena, meccanico 56enne originario di Nulvi, tornava a casa dopo avere salutato gli amici al bar, ancora poche centinaia di metri e sarebbe arrivato. All’improvviso aveva perso il controllo del suo potente Suv Nissan Pathfinder che era finito contro una delle barriere di cemento, nella zona dei cantieri sulla Buddi Buddi, direzione Platamona. L’uomo era morto sul colpo.

Per quel terribile incidente la Procura della Repubblica di Sassari aveva aperto un’inchiesta ed erano stati rinviati a giudizio per omicidio colposo Alberto Neri, 73 anni di Arborea, Alessandro Ventura, 40 anni di Alghero, e Gianfranco Erbì, 52 anni di Arbus, rispettivamente rappresentante legale della Co.Sa.Co srl (l’impresa edile che aveva l’appalto dei lavori su quella strada), responsabile di cantiere e assistente di cantiere per la stessa ditta. Ieri mattina, al termine del processo con rito abbreviato, i tre sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Il pubblico ministero Cristina Carunchio aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi per Ventura (assistito dall’avvocato Agostinangelo Marras) e per Neri (difeso da Donatella Pau), mentre aveva chiesto l’assoluzione per Gianfranco Erbì (assistito da Anna Maria Muroni).

Secondo il pm i tre avrebbero «omesso di adottare le misure idonee a garantire la presenza di adeguata segnaletica nel tratto di strada interessato dal cantiere della società Co.Sa.Co, nonché di verificarne l’integrità, la stabilità, il corretto posizionamento». La barriera spartitraffico in cemento armato contro la quale era finita l’auto di Dessena «non era segnalata da alcun cartello, così come non visibile, in orario notturno, era il cartello di “lavori in corso” poiché la lampada a luce fissa rossa non funzionava». Responsabilità ben precise, dunque, secondo la Procura. Di diverso avviso i difensori degli imputati che nella loro discussione avevano ipotizzanto che Dessena avesse avuto un malore e che il Suv si schiantò contro il jersey di cemento in un secondo momento.

La Buddi Buddi è una strada che negli anni ha purtroppo seminato molte vittime. Quel giorno di marzo l’allarme era stato dato da un automobilista di passaggio, ma quando era arrivata l’équipe del 118 per il meccanico purtroppo non c’era più niente da fare.

I rilievi erano andati avanti per ore per cercare di accertare le cause dell’incidente che era avvenuto in un tratto in discesa, poche centinaia di metri dopo il Bar Gaziella. Antonello Dessena andava verso casa a poca distanza dalla Fattoria. A un certo punto il Pathfinder aveva sbandato paurosamente, prima aveva strisciato su una delle barriere, poi era andato a sbattere contro lo spigolo di uno dei separatori stradali in cemento. L’impatto era stato terribile e da una prima verifica era emerso che il cinquantaseienne non aveva tentato di evitare l’ostacolo, e questo aveva avvalorato l’ipotesi di un malore improvviso.

Antonello Dessena, lavorava come meccanico all’Arst dopo un passato alle Ferrovie della Sardegna. Quella sera aveva festeggiato il suo compleanno in compagnia degli amici di sempre.

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