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LasciateCIEntrare, campagna contro i centri di espulsione

LasciateCIEntrare, campagna contro i centri di espulsione

SASSARI. L’associazione Alisso sostiene e promuove la campagna LasciateCIEntrare e sabato nella Sala Angioy della Provincia, in piazza d’Italia alle 17.30 verrà presentata la campagna, nata nel 2011...

16 febbraio 2017
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SASSARI. L’associazione Alisso sostiene e promuove la campagna LasciateCIEntrare e sabato nella Sala Angioy della Provincia, in piazza d’Italia alle 17.30 verrà presentata la campagna, nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione) e nei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo): appellandosi al diritto dovere di esercitare l’articolo 21 della Costituzione, ovvero la libertà di stampa.

LasciateCIEntrare ha ottenuto l’abrogazione della circolare e oggi si batte per la chiusura dei Cie, l’abolizione della detenzione amministrativa e la revisione delle politiche sull’immigrazione.

Durante l’incontro sarà possibile conoscere il lavoro portato avanti dalla campagna e discutere insieme agli attivisti e alla referente per i territori Yasmine Accardo e alla referente per la Sardegna Francesca Mazzuzi.

Saranno, inoltre, presenti, per poter ragionare insieme sul sistema d’accoglienza Massimo Mele, counselor dello sportello migranti omosessuali Mos, Sabrina Mura, avvocato e attivista dell’associazione Acos, Sara Chessa, infermiera presso l’ambulatorio di Emergency Sassari, Alessio Fadda, portavoce di Amnesty International Sassari, Lamin Magassa, partecipante al progetto di integrazione dell’associazione Alisso e Gabriella Gaetani, associazione Alisso. Coordina il dibattito Daniele Pulino, membro dell’osservatorio sulle condizioni di detenzione Antigone.

Obiettivo dell’incontro è quello di ragionare insieme su un sistema di accoglienza costantemente emergenziale e su come è possibile trovare soluzioni a una situazione di crollo imminente del sistema di accoglienza che la campagna denuncia come prossimo non perché connesso all’arrivo di troppi richiedenti asilo, ma perché strutturato in maniera disomogenea, priva di programmazione, affidata alla buona o cattiva volontà dei prefetti, condizionata dalla volontà di non applicare scelte politiche intelligenti.

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