La Nuova Sardegna

Sassari

Tagli a scuola per i disabili L’assessora fa retromarcia

Tagli a scuola per i disabili L’assessora fa retromarcia

Monica Spanedda ha convocato per lunedì prossimo le famiglie degli studenti Giovanna Tuffu (Angsa) annuncia le dimissioni dalla commissione comunale

18 febbraio 2017
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SASSARI. L’assessora Monica Spanedda ha raccolto la protesta delle famiglie degli alunni disabili ai quali dal primo febbraio sono state ridotte le ore di assistenza educativa, anche in casi di handicap gravi. Lunedì prossimo la responsabile delle Politiche sociali ha promosso un incontro con le famiglie per spiegare i motivi della decisione, ma soprattutto per sentire la loro voce, che finora non è stata ascoltata. Intanto il caso ha portato ad annunciare le sue dimissioni dalla commissione comunale disabilità Giovanna Tuffu che, come presidente dell’Angsa (Associazione genitori soggetti autistici), aveva confermato alla “Nuova Sardegna” le preoccupazioni e la rabbia dei genitori per un taglio delle ore arrivato a metà anno scolastico. Tuffu le presenterà al sindaco Nicola Sanna. Una decisione che sembra legata anche allo scarso potere di incisività su questioni importanti nella vita di bambini e ragazzi svantaggiati. La commissione, ad esempio, non fa parte dei soggetti istituzionali (tra cui Asl, Università, Comune, Tribunale per i minorenni ed altri) che hanno siglato il protocollo d’intesa su questi e altri specifici temi di tutela e assistenza dei minori e delle donne.

Se le dimissioni di Giovanna Tuffu si concretizzeranno, sarebbe la terza componente, in due anni di vita della commissione comunale disabilità, a lasciare l’incarico.

L’assessora Spanedda incontrerà i genitori interessati dal provvedimento nella scuola media n. 12. Sarà l’occasione per confrontarsi e trovare soluzioni a un problema che purtroppo le famiglie che hanno figli disabili si trovano ad affrontare ad ogni anno scolastico. La riduzione di orario del servizio gestito dal Comune con la cooperativa Coopas ha gettato molti genitori nello sconforto. In alcune scuole i tagli sono stati anche di 19 ore alla settimana. Delicati equilibri raggiunti con difficoltà rischiano di frantumarsi. Soprattutto per gli alunni delle scuole coinvolte, e cioè quelle dell’infanzia, le primarie e le medie, abituati ad avere la garanzia di un sostegno che a loro è indispensabile. Con i genitori, poi, che si sono trovati costretti a ritirare in anticipo dalle lezioni, da un giorno all’altro, i propri figli. E con i dirigenti scolastici che si sono trovati a gestire, anche loro all’improvviso, una situazione complicata.

Quello che le famiglie contestano è come il Comune abbia potuto decidere senza avviare un percorso con loro. L’assessora Spanedda aveva dichiarato che la decisione rientra nell’ambito del Progetto Vita, con il quale si vuole stimolare l’autonomia dello studente disabile. Una volta raggiunti progressi nell’autosufficienza, il bambino o il ragazzo avrebbe quindi minore necessità di assistenza. Ma a padri e madri che conoscono i problemi dei loro figli non è parso corretto non essere ascoltati e subire una decisione calata dall’alto. Senza poter dare il loro contributo. La paura è che il ragionamento del Comune abbia seguito piuttosto regole dettate da necessità di bilancio. Anche se l’assessora ha affermato che i soldi per l’assistenza scolastica ci sono. (p.f.)

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